Accuse di ecocidio contro la Russia: delfini morti nel Mar Nero
La guerra in atto ha purtroppo conseguenze negative anche sull’ambiente e gli animali. In particolare, è in atto una vera e propria strage di delfini nel Mar Nero e durante la COP15, Volodymyr Zelenskyy ha accusato la Russia di ecocidio.
Lo scorso 7 dicembre, durante la COP15 cioè la Conferenza delle Nazioni Unite sulla Biodiversità (UN Biodiversity Conference) che terminerà domani, lunedì 19 dicembre 2022, il presidente ucraino Volodymyr Zelenskyy ha accusato la Russia di stare compiendo un vero e proprio ecocidio.
Per ecocidio si intende una distruzione di un ambiente naturale, che avviene per mano della specie umana, consapevolmente. Per alcune nazioni l’ecocidio è un vero e proprio crimine, perseguibile legalmente e anche quando non è considerato come tale, la distruzione di massa di ambienti o specie è un enorme passo indietro per l’umanità, che causa innumerevoli problemi, oltre a essere una violenza bestiale.
E la Russia è stata appunto accusata di essere responsabile di una strage senza eguali di delfini. Basti pensare a tutti i danni che dall’inizio della guerra si sono verificati con le attività militare che mettono a rischio l’intero ecosistema che colpiscono. A risentire particolarmente della conseguenza di simili attività, alcune specie come i cetacei. Secondo quanto riportano gli esperti dell’ACCOBAMS, ovvero un trattato internazionale per la conservazione dei cetacei nel Mediterraneo e nel Mar nero, i delfini e le focene morti da febbraio a novembre a causa della guerra sono stati più di 700.
Non solo, ma lo scorso 2 dicembre, i ricercatori hanno pubblicato un’analisi scientifica dei cambiamenti nelle morti di cetacei e nei modelli di movimento dall’inizio della guerra a oggi, dimostrando quanto la mortalità di massa dei cetacei del Mar Nero sia preoccupantemente in crescita e la causa sia appunto da connettere alla guerra in atto.
Le distruttive conseguenze della guerra: un ecocidio?
Proprio pochi giorni prima dell’accusa mossa da Zelenskyy nei confronti della Russia, la quale oltre i danni e le sofferenze apportate dalla guerra starebbe anche compiendo un vero ecocidio, è stata presentata un’analisi scientifica dei cambiamenti nelle morti di cetacei e nei modelli di movimento dall’inizio della guerra focene nelle acque bulgare (a sud dei combattimenti). È stato dimostrato come il numero di morti fosse cinque volte superiore nella primavera del 2022 rispetto allo stesso lasso di tempo nel 2021.
Gli autori dell’indagine fanno parte della società svizzera di consulenza per la conservazione marina Ocean Care e hanno presentato i risultati durante la conferenza degli Stati firmatari dell’Accordo sulla conservazione dei cetacei del Mar Nero, del Mediterraneo e dell’area atlantica contigua, appunto l’ACCOBAMMS.
L’accusa di ecocidio parte dunque da dati reali, anche se quelle per ora disponibili sono perlopiù stime e in realtà il numero di morti potrebbe essere ben superiore, così come in generale le conseguenze negative della guerra su ambiente e specie viventi.