Agricoltura biologica: +20% di operatori e superfici coltivate dal 2016

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18/12/2018

Il mercato del biologico in Italia ha fatto registrare un vero e proprio boom negli ultimi anni, con agricoltori e consumatori che si dimostrano sempre più interessati a questa tipologia di colture e prodotti. Affinché i prodotti siano riconosciuti come biologici, però, è necessario che rispettino alcuni criteri stabiliti dall’UE. Vediamo quindi qual è la situazione del biologico nel nostro Paese e quali requisiti devono avere questi alimenti per ricevere la relativa certificazione.

Come sta andando il biologico in Italia?

L’agricoltura biologica sta vivendo un periodo davvero molto positivo nel nostro Paese: l’Italia è infatti tra i primi posti in Europa per esportazione di prodotti bio, con un fatturato annuo che supera il miliardo di euro.

La costante crescita della produzione bio testimonia quindi il grande successo che questi prodotti stanno riscuotendo di anno in anno anche tra i consumatori, come confermano i dati: la percentuale di consumo in Italia ha infatti registrato un +9,6% di crescita rispetto all’anno scorso. Per questo motivo, prodotti biologici come quelli della linea Natura Felice di Aldi, per esempio, non sono più così difficili da reperire nella grande distribuzione e hanno prezzi ormai molto più accessibili rispetto al passato.

Attualmente le aziende biologiche presenti in Italia sono più di 75mila e le superfici coltivate aumentano senza sosta (+20% dal 2015); infatti sono sempre più numerose le aziende che si convertono a questo sistema. Le superfici dedicate a queste colture si trovano prevalentemente nelle regioni meridionali, in particolar modo in Sicilia (363.639 ettari), Puglia (255.831 ettari) e Calabria (204.428 ettari), e tra le colture che hanno riportato i tassi di crescita più soddisfacenti troviamo gli ortaggi, i cereali, la vite e l’ulivo.

In cosa consiste l’agricoltura bio?

Spesso si fa l’errore di pensare che l’agricoltura biologica consista semplicemente nel non utilizzo di pesticidi e altri prodotti chimici sui terreni coltivati. Questa è infatti una definizione corretta, ma limitata: l’agricoltura biologica è infatti un metodo di coltivazione che garantisce lo sviluppo equilibrato dell’ecosistema, rispettando i cicli di vita delle varie piante (tramite la rotazione delle colture), utilizzando concimi organici e sfruttando le risorse locali. In questo modo viene quindi drasticamente ridotto l’impatto negativo dell’uomo sull’ambiente, avendo allo stesso tempo dei prodotti di ottima qualità e altamente competitivi a livello internazionale.

Naturalmente, per far sì che un prodotto venga riconosciuto come biologico, è necessario rientrare in una serie di requisiti indispensabili per avere la relativa certificazione. L’azienda in questione dovrà quindi essere controllata sull’intera filiera di produzione, con rigidi processi di verifica che hanno lo scopo di garantire la qualità e lo svolgimento conforme al regolamento europeo di ogni fase di produzione.