Agricoltura: la tecnologia in grado di trasformare gli scarti in combustibile
Un’azienda ha sviluppato una tecnologia che trasforma i rifiuti agricoli in combustile pulito. Ma in che modo? E come funziona? Quali sono i vantaggi? Scopriamolo insieme.
Gli scarti generati dal raccolto agricolo e alberi generano una perdita di 120 miliardi di dollari ogni anno nel mondo. Rifiuti come fusti di mais, lolla di riso, fieno e paglia vengono stagionalmente bruciati dagli agricoltori per preparare il campo alla semina successiva, contribuendo all’inquinamento atmosferico.
Per fortuna, un’azienda chiamata Takachar è riuscita a sviluppare una tecnologia in grado di convertire la biomassa in un combustibile solido direttamente sul campo. Vediamo insieme di cosa si tratta.
Dagli scarti agricoli al combustibile pulito
Nonostante i combustibili a biomassa, come la legna o la torba, emettano grandi quantità di CO2, si tratta di fonti di energia indispensabili e impossibili da eliminare. Per questo motivo, è necessario trovare soluzioni di trasformazione alternative e più ecologiche.
Da qui nasce il dispositivo sviluppato da Takachar, in grado di elaborare i rifiuti agricoli direttamente sul campo e trasformandoli in combustibile pulito, inquinando meno e risparmiando tempo e denaro.
Come funziona?
Innanzitutto, viene bruciata un po’ della biomassa per produrre calore e questo calore scalda il resto della biomassa, che rilascia i gas; successivamente, si introduce la giusta quantità di aria per alimentare la combustione dei gas, generando così ulteriore calore e consentendo alla reazione termochimica di continuare.
Secondo le stime di Takachar, questa tecnologia potrebbe ridurre le emissioni di CO2 equivalente di diverse gigatonnellate all’anno, se impiegata su larga scala.
I principali vantaggi di questo dispositivo è che necessita di appena il 10 per cento di biomassa come combustibile per supportare l’intera reazione termochimica: il restante 90 per cento viene densificato e convertito in una forma più facile da maneggiare utilizzare.
Il combustibile solido così ottenuto vale di più per tonnellata ed è più facile da trasportare, da vendere rispetto alla biomassa e riduce i costi di due terzi.