Agricoltura mondiale a rischio: il 70% potrebbe sparire entro il 2045

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28/10/2022

Ancora una volta la causa sono gli effetti dei cambiamenti climatici. Se infatti nei prossimi anni non ci sarà un’inversione nell’aumento delle emissioni e delle temperature, entro il 2045 oltre il 70% dell’agricoltura mondiale sarà a rischio. Andiamo a scoprire quali saranno le cause e le problematiche correlate a questo fenomeno ambientale.

Agricoltura
Autore: Quangpraha / Pixabay

Se l’anno 2030 è un reminder per quelli che dovrebbero essere i 17 obiettivi per lo sviluppo sostenibile in ambito ambientale, economico, sociale e istituzionale, il 2045 è un anno che sembra concedere meno sconti, almeno secondo quanto osservato dalla società di consulenza strategica e di rischio globale inglese Verisk Maplecroft che, dati alla mano, allerta sulla possibilità che entro quell’anno tre quarti della produzione agricola mondiale possano essere minacciati dalle elevate temperature e dalla crescente umidità.

Allarme agricoltura entro il 2045: le analisi svolte

Agricoltura
Autore: sasint / Pixabay

L’attenta analisi è stata condotta misurando cinquantuno diversi rischi per 198 Paesi in ottanta settori, l’agricoltura è risultata essere il settore più a rischio a causa dei cambiamenti climatici. D’altronde, le temperature sempre più elevate e l’aumento dell’umidità in diverse aree del mondo, non solo ostacola le colture, ma anche la forza lavoro agricola, perché mette a rischio la salute stessa di chi lavora all’aperto.

Ad essere messe a rischio saranno proprio le principali economie ossia quelle del Brasile e dell’India, ma anche della Cina che è il più grande produttore agricolo al mondo e degli Stati Uniti, il principale esportatore agricolo mondiale; due Paesi in cui, considerata l’estensione del territorio, lo stress termico impatterà diversamente da stato a stato, ma le cui ripercussioni si faranno sentire ovunque.

Con un riscaldamento globale di 1,5°C, nei prossimi due decenni il mondo affronterà molteplici rischi climatici inevitabili.

Quali saranno le aree più minacciate dai cambiamenti climatici

Agricoltura, Pomodoro
Autore: kie-ker / Pixabay

Ad essere minacciati dal clima saranno anche molti Paesi del continente africano, come il Ghana, secondo produttore mondiale di cacao, il Togo e la Repubblica Centrafricana. A rischio anche il Sudan, produttore mondiale di sesamo, la Burkina Faso, uno dei principali produttori di karitè, il Pakistan e il Vietnam dove, per evitare le temperature elevate durante il giorno, molti braccianti hanno già iniziato a lavorare di notte.

Entro una generazione anche il Brasile, che oltre a essere una fonte primaria di alimenti di base come le arance, i semi di soia e la canna da zucchero, è il terzo produttore agricolo mondiale, si posizionerà tra i Paesi a rischio estremo.

L’Italia passerà dal 143esimo posto attuale di rischio medio all’82esimo posto di rischio alto. L’Italia è per esempio uno tra i principali paesi produttori di pomodori da industria, varietà che può essere coltivata solo all’aperto a differenza di altre varietà di pomodori che vengono coltivate in serra. Secondo uno studio pubblicato su Nature Food entro il 2050 si verificherà, rispetto al periodo di riferimento 1980-2009, una diminuzione del 6% della produzione di pomodori da industria. A danneggiarne la crescita, che avviene a una temperatura ottimale tra i 22°C e i 28°C, saranno proprio i probabili aumenti della temperatura dell’aria e le sempre più scarse risorse idriche.