Agrivoltaico: REGACE e le “iniezioni” di Co2

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01/03/2023

Il progetto internazionale, guidato dalla società israeliana Al-Zahrawi, realizzerà nuove soluzioni fotovoltaiche bifacciali per serre, dotate di tracciamento reattivo in grado di rispondere alle esigenze delle colture. Andiamo a scoprire di cosa si tratta.

Serra
Un nuovo sistema di agrivoltaico reattivo e bifacciale adatto a tutti i climi sta per essere testato e realizzato.

Agrivoltaico innovativo: il progetto israeliano

Pannello, Solare
Rendere l’impianto agrivoltaico reattivo e in perfetta sintonia con le esigenze delle piante sottostanti, per aumentare la produzione vegetale e abbassare i costi del solare è la soluzione migliore ai giorni d’oggi. Nasce con questo doppio obiettivo il progetto di ricerca REGACE. L’iniziativa, finanziata con oltre 5 milioni di euro dal programma comunitario Horizon Europe, riunisce undici realtà tra Università, centri di ricerca e imprese, sotto la guida dell’azienda israeliana Al-Zahrawy.

I lavori sono partiti il 1° febbraio 2023 ma in questi giorni il consorzio si è riunito nella città di Kafr Qara per visitare le serre della startup Trisolar. L’agrivoltaico reattivo REGACE, si baserà, infatti, su un prototipo iniziale sviluppato proprio dalla giovane azienda, con l’obiettivo di metterlo alla prova inizialmente su piccole serre in Germania, Austria, Grecia e Israele.


Leggi anche: Agrivoltaico reattivo: il test di REGACE

Quali sono i vantaggi di questa nuova tecnologia?

Tecnologia
Il vantaggio di questa iniziativa consiste nella volontà di sperimentare diverse soluzioni tecnologiche per aumentare la produzione (sia agricola che elettrica) in differenti climi. L’idea è di impiegare una tecnologia di tracciamento responsivo azionata da un PLC, un controller logico programmabile che modifica l’angolazione dei pannelli in base alle esigenze delle piante.

Sul sito di CORDIS, si legge:

“Il sistema di tracciamento viene appeso con poche viti ai supporti della serra, eliminando la necessità di sostegni antivento e riducendo il prezzo per kilowatt installato”.

Gli impianti prototipali monteranno nuovi moduli bifacciali semi trasparenti per sfruttare al massimo l’illuminazione senza bloccare la crescita delle colture. In più i ricercatori testeranno un sistema di arricchimento della CO2 come mezzo per incrementare la resa colturale ed estendere di conseguenza l’uso dell’agrivoltaico anche ad aree con condizioni di scarsa illuminazione.

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