Allarme anidride carbonica: stop alla produzione di bevande gassate?

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08/07/2022

Nei prossimi mesi la produzione di bevande gassate potrebbe essere messa a dura prova a causa della mancanza di anidride carbonica. Vediamo insieme cosa sta succedendo.

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La produzione di bevande gassate è altamente a rischio. A lanciare l’allarme è Alberto Bertone, presidente e amministratore delegato di Sant’Anna, l’azienda di Vinadio, provincia di Cuneo, primo produttore europeo con un unico brand, secondo cui il problema principale consiste nella mancanza di anidride carbonica. Sembrerebbe, infatti, che l’Europa sembra sia entrata in un corto circuito industriale e commerciale.

Allarme, stop alle bevande gassate?

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Ho dovuto fermare le linee dell’acqua gasata, il 30% della nostra produzione. L’anidride carbonica è diventata introvabile, i fornitori con cui abbiamo un contratto ci hanno spiegato che non conviene più produrla e hanno fermato gli impianti.

Questo è quanto affermato da Alberto Bertone, presidente e AD di Sant’Anna, il quale afferma che la mancanza di CO2 non riguarda soltanto la loro azienda, piuttosto si tratta di un problema generalizzato:

Tutti i nostri competitor sono nella stessa situazione. Siamo disperati, è un altro problema gravissimo che si aggiunge ai rincari record delle materie prime e alla siccità che sta impoverendo le fonti.

Siamo in piena emergenza, siamo riusciti a recuperare un piccolo carico che ci arriverà dall’Olanda, ma ci servirà per qualche giorno, forse soltanto uno.

”. Le scorte nei supermercati iniziano a scarseggiare e le ripercussioni sono già arrivati alla grande distribuzione:

la stessa che non riconosce i forti aumenti subiti dalla nostre aziende per i rincari dell’energia e delle materie prime, arrivati fino al 130-150%, è arrabbiata perché non riusciamo a soddisfare le loro richieste di acqua gasata.

Come ha spiegato Bertone all’Ansa, le aziende che producono l’anidride carbonica preferiscono destinarla al comparto sanitario. “Saremmo disposti a pagarla di più anche se già costava carissima ma non c’è stato verso di fare cambiare idea ai nostri fornitori”, ha spiegato il manager.