Allarme siccità, stop alle centrali termoelettriche: cosa sta succedendo
La siccità di questi giorni ha portato allo stop di alcune delle principali centrali termoelettriche del Nord Italia. Ma cosa sta succedendo esattamente? Vediamo insieme.
L’allarme siccità di questi giorni, che sta riguardando in particolar modo il Nord Italia, ha fermato non solo le centrali idroelettriche, ma anche termoelettriche. Quest’ultime, infatti, hanno bisogno di molta acqua per raffreddare i condensatori del vapore e la restituiscono poi al fiume.
Come spiegato da Il sole 24 ore, in questi giorni le centrali tiravano su sabbia invece che acqua, e ciò ha portato allo stop delle grandi centrali termoelettriche di Moncalieri (Torino, Iren), Sermide (Mantova, A2A), alcuni dei gruppi di Ostiglia (Mantova, Ep) per circa 2.400 megawatt in meno. A rischiare sono anche le centrali di Piacenza (A2A), La Casella (Piacenza, Enel), Chivasso (Torino, A2A), Turbigo (Milano, Iren), Tavazzano (lodi, Ep) per circa 4.800 megawatt.
Allarme siccità: cosa sta succedendo
A causa della siccità che sta coinvolgendo il Po in questo periodo e le conseguenze sulle centrali b, le aziende elettriche sono state costrette a riavviare qualsiasi impianto di generazione di corrente, anche quelli marginali, vecchi, inattivi. Anche le centrali di Venezia Fusina (Enel), La Spezia (Enel), Monfalcone (A2A) stanno per riaccendersi e dirigere tonnellate di carbone. A contribuire ulteriormente alla già drastica situazione è lo stop della fornitura di gas proveniente dalla Russia e la fermata per manutenzione di sicurezza per 28 dei 56 reattori nucleari francesi, la ruota di scorta dell’Europa elettrica.
Secondo i dati diffusi da Martedì Terna, il mese scorso l’energia prodotta dalle centrali idroelettriche ha raggiunto 3,32 miliardi di chilowattora, quasi il doppio rispetto ad aprile. Inoltre, i bacini si sono svuotati, mezzo vuoti al 38,5% e le nevi si sono sciolte con un mese d’anticipo. Le Regioni hanno chiesto alle società elettriche di lasciar andare un po’ d’acqua per dissetare gli agricoltori, ma anticipare al mese di giugno la produzione idroelettrica significa anche rimanere senza scorte per l’estate piena.
Per quanto riguarda giugno, nelle prime due settimane la produzione idroelettrica è crollata del 39% rispetto al giugno 2021.
Il vicepresidente esecutivo power asset dell’Edison, Marco Stangalino, ha dichiarato che:
Abbiamo attivato tutte le nostre centrali termoelettriche, anche quelle di piccola taglia interne ai poli industriali, in modo da poter sopperire alle esigenze del settore elettrico. Abbiamo tavoli aperti con la protezione civile e con le Regioni Piemonte, Lombardia, Friuli Venezia Giulia e con la Provincia di Trento, dove abbiamo numerosi impianti idroelettrici, e su loro richiesta lasciamo defluire più acqua.
Secondo Stangalino, per recuperare l’acqua, è necessario che piova in abbondanza entro un paio di settimane.