Allarme smog: meno dell’1% della popolazione respira aria pulita

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13/04/2023

I livelli di inquinamento raggiunge dall’aria fanno preoccupare. Secondo recenti studi, meno dell’1% della popolazione mondiale vivrebbe entro livelli accettabili di qualità dell’aria. Dati che fanno preoccupare e sottolineano l’esigenza di invertire la tendenza al più presto.

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Le condizioni in cui versa la qualità dell’aria del nostro pianeta sono catastrofiche: solo lo 0,18% della superficie terrestre sarebbe al di sotto della soglia massima di particolato sottile PM 2.5. Queste minuscole particelle hanno un diametro di 2,5 micrometri o inferiore e vengono respirate dall’uomo ogni giorno in quasi tutto il pianeta.

Statisticamente quindi, solo lo 0,001% degli esseri umani respira per davvero aria pulita. Secondo l’OMS, a livello globale il numero di decessi annui legati all’inquinamento atmosferico si aggira tra i 7 e gli 8 milioni. A svelare questi angoscianti stai sulla qualità dell’aria è uno studio svolto dall’Università Monash di Melbourne e dai centri di ricerca dell’Università delle Scienze e Tecnologie di Nanchino e dall’Accademia Cinese delle Scienze Meteorologiche.

La ricerca è stata svolta con un complesso macchinario, la deep ensemble machine learning (DEML), che ha analizzato i dati sulle concentrazioni di particolato sottile nell’aria compresi tra il 1° gennaio 2000 e il 31 dicembre 2019 , che sono stati raccolti da oltre cinquemila stazioni di monitoraggio di 65 Paesi.

Smog: la concentrazione media di PM 2.5 è oltre la soglia in quasi tutto il mondo

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Secondo un’analisi che è stata condotta su 175 paesi nel periodo 2000-2019, la concentrazione media annuale di PM 2.5 sarebbe molto oltre la soglia di sicurezza stabilita dall’OMS, 32,8 contro i 5 microgrammi considerati sicuri. Tuttavia, lo studio mostra che la situazione pare essere in miglioramento  in Europa e Nord America, ma in peggioramento in Asia Meridionale, Australia, Nuova Zelanda, America Latina e Caraibi.

Il particolato sottile 2.5 è in grado di penetrare in profondità nei polmoni causando così gravi patologie respiratorie e cardiovascolari, e sarebbe capace di raggiungere persino i feti. I risultati dello studio sono stati pubblicati sulla rivista scientifica The Lancet Planetary Health e sono preoccupanti.

Lo studio ha messo in luce il legame fra la presenza di particolato sottile e l’asma infantile. Alla luce di questi studi, gli scienziati hanno sottolineato l’importanza di una risposta a livello istituzionale. Per difenderci ci sono infatti poche soluzioni individuali da attuare.