Aree protette: serve più personale per controllarle
Secondo un nuovo studio è necessario che le aree protette vengano controllate molto più di quanto fatto finora così da garantire la salvaguardia di zone importanti per la biodiversità e la salute dell’intero Pianeta.
La 15a riunione della Conferenza delle parti della Convenzione sulla diversità biologica si terrà a Montréal, dal 7 al 15 dicembre. I governi di tutto il mondo si troveranno in Canada per decidere come impegnarsi a proteggere il 30% delle terre selvagge del pianeta entro il 2030 e in vista dell’importante incontro, una nuova indagine scientifica sottolinea come tra le manovre più urgenti per rispettare davvero l’obiettivo fissato, ci sia bisogno di incrementare il personale nelle attuali aree protette.
L’articolo scientifico è stato pubblicato sulla rivista Nature Sustainability ed è stato realizzato da un team internazionale di scienziati tra cui figurano due membri del Leibniz Institute for Zoo and Wildlife Research (Leibniz-IZW). I ricercatori e gli scienziati hanno voluto esortare i governi a gestire meglio le aree protette esistenti nel mondo, innanzitutto pensando al personale che gestisca al meglio luoghi tanto importanti.
Gli scienziati esortano i governi: più attenzione per le aree protette
Gli autori dello studio recentemente pubblicato hanno chiarito quanto essenziale sia aumentare almeno di cinque volte il numero di ranger e personale in generale nelle aree protette se davvero si vogliono raggiungere gli obiettivi globali di conservazione della biodiversità:
Appleton, direttore della gestione delle aree protette di Re:wild e autore principale dello studio ha così spiegato:
Il nostro sistema di aree protette è il supporto vitale del pianeta, fornendo alle persone acqua e aria pulita, immagazzinando il carbonio e prevenendo la perdita di biodiversità. Eppure ci sono più persone impiegate nei campi da golf e nei country club negli Stati Uniti che nei ranger nel mondo. L’obiettivo 30 per 30 è un obiettivo importante. Diventa privo di significato se non siamo anche disposti a investire nelle persone per gestire questi luoghi in modo efficace ed equo.
Le parole di Appleton chiariscono quanto alcune azioni siano semplici ma anche estremamente importanti, ma quanto sembri difficile applicarle. E invece il “30 per 30” è un obiettivo di grande importanza e oltre alle parole, servono azioni concrete da subito come la modifica di aspetti quasi ignorati e invece fondamentali.