Bollette e voci “nascoste”: paghiamo l’energia nucleare senza saperlo?
Negli ultimi mesi i cittadini italiani hanno subito un brusco innalzamento dei costi delle bollette, che finalmente ora iniziano di nuovo ad assestarsi. Ma c’è una voce che tutti paghiamo all’interno delle nostre bollette senza sapere di che si tratta: vediamolo insieme!
Tra le voci che i cittadini italiani pagano in bolletta ce n’è una poco nota: non tutti sanno che con le nostre bollette paghiamo anche delle tasse per il finanziamento della messa in sicurezza dei rifiuti radioattivi. Ebbene, dal lontano 1987, con un referendum gli italiani hanno optato per la chiusura delle centrali nucleari. Da allora c’è però stato il problema dello smaltimento dei rifiuti radioattivi.
Nel 1999 è nata la società pubblica Sogin, che si occupa proprio di smantellare il nucleare e di mettere in sicurezza i rifiuti radioattivi, ma il costo di questa operazione è altissimo: ben 3,7 miliardi di euro, che nel 2023 ancora non sono stati saldati. E a pagarli sono i cittadini con le loro bollette elettriche.
Ma la cattiva notizia è che i lavori sono ancora in corso e che per ogni anno di ritardo è previsto un aumento dei costi. Calcolando che servono circa altri 13 anni e si parla di 120 milioni di euro per ogni anno di ritardo per un totale di 8 miliardi di euro.
Nucleare: i cittadini italiani lo pagano ancora in bolletta
Questo processo di smaltimento delle scorie radioattive sarebbe dovuto terminare nel 2019, ma la data prevista per la fine è il 2036 secondo le stime di Sogin: ciò significa che per altri 10 anni i cittadini continueranno a pagare in bolletta questa voce costosissima.
La tassa in questione per il nucleare rientra nella dicitura “oneri di sistema”, paradossalmente la stessa da cui lo stato prende gli incentivi per le risorse rinnovabili. Tra il 2012 e il 2016 lo stato ha così incassato 1,7196 miliardi di euro versati in parte alla Sogin. Una notizia di cui è importante essere a conoscenza e che invece pochi cittadini sanno.
Nello specifico gli oneri di sistema rappresentano il 19% in bolletta, di cui il 3,32% destinato a quanto sopra detto sul nucleare, che però non è presente più sul suolo italiano da oltre trent’anni.