Brunei, Indonesia e Malesia: la resistenza del Borneo in difesa dell’ambiente
Il sultanato del Brunei è uno stato situato sull’isola del Borneo, nell’Asia sud-orientale ed è conosciuto per via della sua storia. Da sempre infatti il Brunei ha cercato di mantenere una propria autonomia politica e per questo ha dovuto combattere per secoli, ma oggi si presenta come uno stato ricco. La ricchezza dovuta principalmente al commercio di spezie non è stata però accompagnata da una modernizzazione sociale: ne è un esempio la sharia, che ha introdotto nel 2014 delle pene corporali per i reati più gravi.
Il sultanato del Brunei, inoltre, è sempre stato molto attento a preservare il credo della religione musulmana e nel 2015 sono state bandite per legge le tradizioni natalizie. I cittadini cristiani che vivono in Brunei possono festeggiare il Natale, ma solo all’interno della propria comunità e dopo aver richiesto l’autorizzazione alle autorità.
Trovandosi nel Borneo, anche il Brunei è stato e continua ad essere impegnato in una missione che coinvolge anche Indonesia e Malesia: preservare la biodiversità e le popolazioni indigene, da sempre in lotta contro le mire espansionistiche delle industrie.
Il Borneo e le minacce alla biodiversità
Il Borneo custodisce, insieme all’Amazzonia, delle foreste pluviali che rappresentano una risorsa indispensabile per il nostro Pianeta. Questi polmoni verdi sono infatti importantissimi perchè in grado di ammortizzare le emissioni di Co2 e gas serra rilasciate nell’atmosfera e di ospitare ben il 6% della biodiversità mondiale.
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Si tratta di un patrimonio naturale di immenso valore, che però da diversi anni è messo a dura prova dalle mire espansionistiche di natura economica. Il pericolo più grande per Brunei, Indonesia e Malesia è rappresentato dalle piantagioni di palme da olio: queste monocolture infatti sfruttano intere foreste per la produzione di un’unica pianta. Questo si traduce in un pericolo effettivo per la biodiversità del Borneo e di queste zone: le monocolture infatti determinano un progressivo inaridimento del terreno, che non risulta più adatto per la coltivazione di altre specie. Ne consegue che con il passare del tempo sempre più terreni diventano inutilizzabili, aridi e desertici: ecco che il polmone verde del nostro Pianeta si riduce sempre di più.
La lotta per l’ambiente di Brunei, Malesia e Indonesia
Fortunatamente, le mire espansionistiche che minacciano l’ambiente e la biodiversità del Brunei, della Malesia e dell’Indonesia sono contrastate dalle popolazioni indigene. I Penan e i Dayak si sono sempre opposti a coloro che da millenni ormai vogliono impadronirsi delle terre per un loro sfruttamento massiccio e ancora oggi portano avanti delle battaglie per impedire che il polmone verde del nostro pianeta venga distrutto.
Dopo anni di lotte, le popolazioni indigene oggi hanno deciso di iniziare ad intraprendere vie legali e in molti casi hanno ottenuto un grande successo. Ne è un esempio la causa vinta dai Dayak contro l’azienda Borneo Pulp&Paper, ma sono diverse le iniziative e le manifestazioni portate avanti da queste popolazioni.
Dal canto nostro, però, anche noi possiamo fare qualcosa per preservare le foreste pluviali del Brunei e degli altri stati del Borneo. Boicottare tutti i prodotti contenti olio di palma, che tra l’altro fanno male alla salute, può già essere un primo passo verso la salvezza del Pianeta.