Cambiamenti climatici: allarme fusione dei ghiacci polari

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21/04/2023

La perdita di ghiaccio da Groenlandia e Antartide pesa ormai per oltre il 25% del totale dell’innalzamento dei mari globali. Dati preoccupanti se consideriamo che negli anni ’90 era poco più del 5%. Andiamo a scoprire quali sono i rischi per l’ambiente dati dalla fusione dei ghiacci polari.

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In 30 anni, Artico e Antartide, insieme, hanno perso la bellezza di una quantità di ghiaccio grande come un cubo con uno spigolo di 20 km.

Cambiamenti climatici: i dati sulla fusione dei ghiacci polari

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Fra il 1992 e il 2022, la massa glaciale in Artico e in Antartide si è assottigliata di circa 7.560 miliardi di tonnellate. La fusione dei ghiacci polari è in accelerazione ed oggi procede a un ritmo 5 volte maggiore rispetto a tre decenni fa.

Questi sono i dati che derivano dal terzo aggiornamento dell’Ice Sheet Mass Balance Intercomparison Exercise (Imbie), un progetto congiunto ESA-NASA che monitora la fusione dei ghiacci polari e punta ad ottenere stime sempre più precise tramite le rilevazioni satellitari.

Il progetto conferma ciò che sappiamo da tempo sulle tendenze della crisi climatica ai Poli e la sua accelerazione. Il ritmo del riscaldamento globale aumenta e lo stesso avviene per la fusione dei ghiacci polari.

Come registrato di recente dallo Stato del Clima Europeo 2022, nell’ultimo decennio sono concentrati i 7 anni in cui si sono verificati i peggiori eventi di fusione. Il peggiore è stato il 2019, quando sono finiti in mare 612 miliardi di tonnellate di acqua dolce di fusione. Di questi, la maggior parte (444 mld t) erano dovute ad una ondata di caldo eccezionale sull’Artico durante l’estate.


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Le conseguenze della fusione dei ghiacci polari

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L’intero ammontare di ghiaccio fuso conteggiato in questi 30 anni è responsabile di un aumento dei mari globali di 21 millimetri, in pratica ¼ dell’innalzamento degli oceani totale. All’inizio degli anni ’90 la quota si fermava poco oltre il 5%. Di questi 21 mm, due terzi (13,5 mm) dipendono dalla sola Groenlandia mentre il resto dall’Antartide.

Andrew Shepherd della Northumbria University e fondatore dell’Imbie, ha spiegato:

“L’accelerazione della perdita della calotta glaciale significa che nel prossimo decennio si assisterà a un netto aumento del tasso di innalzamento del livello del mare. Negli ultimi decenni, si è trattato di circa 3 mm all’anno. Presto vedremo 4 mm, 5 mm, 6 mm all’anno; e questo sarà un grande cambiamento psicologico rispetto a ciò a cui siamo abituati”.