Cambiamenti climatici: quando finirà il ghiaccio nell’Oceano Artico?

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12/06/2023

Secondo un nuovo modello di proiezioni, persino con basse emissioni, l’Oceano Artico potrebbe iniziare a essere privo di ghiaccio nel mese di settembre già a partire dal 2030. Questa situazione, che metterebbe a rischio la calotta glaciale artica, è principalmente attribuibile all’impatto umano sul clima. Andiamo a scoprire cosa succederà secondo gli esperti.

ghiaccio

I cambiamenti climatici stanno portando ad un punto di non ritorno per quanto riguarda la presenza di ghiaccio nell’Oceano Artico.

Scioglimenti ghiaccio: la ricerca nell’Oceano Artico

Scioglimento, Ghiaccio


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Un recente studio condotto da un gruppo di studiosi guidati da Yeon-Hee Kim dell’Università di Scienza e Tecnologia di Pohang, in Corea del Sud, ha analizzato i dati dal 1979 al 2019 per proiettare la diminuzione del ghiaccio marino nell’Artico. Secondo lo studio, pubblicato su Nature Communications, nemmeno il contenimento del riscaldamento globale entro 1,5 gradi Celsius, in linea con l’accordo di Parigi sul clima, impedirà la scomparsa della vasta estensione di ghiaccio galleggiante nel Polo Nord nel mese di settembre.

Secondo i ricercatori, è previsto che l’Oceano Artico sia privo di ghiaccio a settembre in tutti gli scenari considerati. Questi risultati sottolineano l’impatto significativo delle emissioni di gas serra sull’Artico e mettono in evidenza l’importanza di pianificare e adattarsi ad un Artico privo di ghiaccio durante i mesi estivi in un prossimo futuro.

Scioglimenti ghiaccio Artico: le conseguenze

Ghiacciai
La definizione utilizzata dagli scienziati per l’
Oceano Artico “privato di ghiaccio” si riferisce a un’area coperta da ghiacci inferiore a un milione di chilometri quadrati, che corrisponde a circa il sette per cento dell’intera area dell’oceano.

La diminuzione della copertura di ghiaccio ha gravi conseguenze sul clima, sulle persone e sugli ecosistemi, non solo all’interno della regione artica, ma anche a livello globale. Ad esempio, la calotta glaciale della Groenlandia contiene abbastanza acqua ghiacciata da poter innalzare il livello degli oceani di sei metri.

Secondo il professor Yeon-Hee Kim e i suoi colleghi, fino al 90% della riduzione della calotta glaciale è attribuibile all’attività umana, mentre fattori naturali come l’attività solare e vulcanica hanno un impatto minimo sulla situazione.