Carbon tax, accordo raggiunto nell’UE: di cosa si tratta

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19/12/2022

Nei prossimi anni, anche le aziende importatrici nell’Unione Europea saranno soggette alla cosiddetta carbon tax. Si tratta dell’ecotassa applicata sulle emissioni inquinanti rivolta a quei settori considerati particolarmente inquinanti, come, per esempio, quello dell’acciaio, del cemento e molti altri.

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Ieri, domenica 18 dicembre 2022, l’Unione Europea ha trovato un accordo sull’introduzione della carbon tax per gli importatori stranieri. Stiamo parlando della tassa sulle emissioni inquinanti che rientrata tra le misure previste dal “Fit for 55”, il piano comunitario di riforme per raggiungere la neutralità carbonica entro il 2050.

L’accordo raggiunto domenica prevede che nei settori interessati le emissioni vengano ridotte del 62 per cento entro il 2030.

Carbon tax: intesa nell’Unione Europea

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L’iniziativa prevista all’interno del “Fit for 55” in merito alla Carbon Tax si chiama Carbon Border Adjustment Mechanism (CBAM). Si tratta di un sistema che costringerà le aziende fuori dall’UE e che operano in settori particolarmente inquinanti a pagare per le emissioni prodotte nel caso in cui vogliamo importare in Europa.

Il sistema prevede che le aziende importatrici acquistino dei certificati per pagare le proprie emissioni e il prezzo sarà stabilito su ogni tonnellata di CO2 emessa.

I settori coinvolti nel sistema, per ora, sono quelli dell’acciaio, del cemento, della produzione di energia elettrica, dell’alluminio, dei fertilizzanti e dell’idrogeno: l’accordo raggiunto domenica prevede che il pagamento della carbon tax entri gradualmente in vigore tra il 2026 e il 2034.

Fonte: Il Post

Carbon tax: di cosa si tratta

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La carbon tax è una tassa che viene calcolata sulla quantità di emissioni climalteranti che vengono immesse nell’atmosfera e che prevede quindi un’aliquota su ogni tonnellata di anidride carbonica prodotta dalle aziende.

In generale, questa ecotassa serve a indirizzare le imprese ad adottare comportamenti che limitino il risultato dell’attività di produzione sull’ambiente, ma anche a garantire un introito fiscale che può essere successivamente investito in altre azioni improntante alla sostenibilità.