Case, direttiva UE sulla ristrutturazione: cosa prevede

-
11/01/2023

Una direttiva UE punta alla ristrutturazione degli edifici per migliorarli dal punto di vista energetico, ridurre le emissioni e raggiungere la neutralità climatica nel 2050. Vediamo insieme cosa prevede.

world-habitat-day-model-house-hand

L’Unione Europea ha varato la Direttiva sulla prestazione energetica degli edifici finalizzata a incentivare la ristrutturazione degli edifici esistenti e la costruzione di nuovi ad alta efficienza energetica.

L’obiettivo è quello di ridurre i consumi energetici e le emissioni di CO2 del parco immobiliare degli Stati Membri. Il testo sta attualmente attraversando il suo iter di approvazione, al vaglio del Parlamento Europeo e del Consiglio dell’Unione Europea, e dovrebbe essere varato entro il 13 marzo.

Vediamo cosa prevede.

Direttiva UE sulla ristrutturazione edilizia: origine e obiettivi

european-union-flag-blue-background

Già nel 2021, l’Unione Europea aveva definito alcuni obiettivi minimi da raggiungere negli Stati membri, tra cui quello di rinnovare almeno il 15% del patrimonio edilizio in classe G, portandolo almeno al grado F entro il primo gennaio 2027 per gli edifici non residenziali e entro il 1° gennaio 2030 per quelli residenziali, senza tuttavia introdurre delle sanzioni per coloro che non avrebbero rispettato le indicazioni.

La Direttiva è finalizzata a ridurre l’inquinamento generato dagli edifici, in quanto questi sono responsabili di oltre un terzo delle emissioni di gas serra nell’Unione Europea e il 75% di essi è inefficiente dal punto di vista energetico. Si tratta di un obiettivo necessario anche per raggiungere la neutralità climatica entro il 2050.

Cosa prevede la direttiva

world-habitat-day-close-up-picture-pile-coins-model-house

La Direttiva prevede un percorso per gradi: entro il 2030 tutti gli edifici di nuova costruzione dovranno raggiungere almeno la classe energetica E, per passare alla classe D entro il 2033. Si punta infine – fra il 2040 e il 2050 – alle emissioni zero.

Attualmente, in Italia, il 60% degli edifici si colloca tra la classe F e G. È necessario ridurre i consumi energetici di circa il 25% per passare alla classe E, e per farlo servono interventi precisi, come l’installazione di un cappotto termico interno o esterno, la sostituzione degli infissi e l’istituzione di una nuova caldaia a condensazione.