Clima: l’Europa è la prima a modificare il settore navale
Ridurre le emissioni è l’obiettivo primario – o dovrebbe essere – di tutti i leader mondiali e per arrivare agli osannati obiettivi climatici è da rivedere il modo in cui ogni settore inquina, compreso quello navale e l’Europa è la prima a far pagare al settore marittimo le proprie emissioni.
Un “accordo storico” lo ha definito l’europarlamentare Peter Liese (Ppe), commentando la novità appena introdotto in Europa. L’Unione Europea sarà la prima in assoluto a porre regole, limiti e tasse per tutto quel che riguarda il trasporto marittimo, di cui si conoscono i lati negativi e inquinanti ma comunque sembra essere un settore ignorato in tutte le conferenze in nome del rispetto ambientale o volte a contrastare il cambiamento climatico.
L’impatto ambientale del trasporto marittimo è invece molto negativo, in quanto responsabile di circa il 3 per cento delle emissioni di anidride carbonica al mondo. Oltre alle emissioni di gas serra (che solo in Europa sono circa il 18% di tutte le emissioni di CO2 del trasporto marittimo mondiale) e l’inquinamento atmosferico, il trasporto sui corsi d’acqua causa anche danni alle forme di vita, tra l’introduzione di specie “aliene”, il rilascio di sostanze nocive e inquinanti e il rumore subacqueo. Ecco allora perché l’ultima manovra europea diventa una decisione storica e di buon auspicio.
Entro il 2030, 130 milioni di tonnellate di CO2 in meno
Da quanto si apprende, la decisione di far pagare anche al settore marittimo le proprie emissioni, proprio com’è accaduto per l’industria pesante e il settore energetico, potrebbe portare entro il 2030 a una diminuzione di 130 milioni di tonnellate di CO2.
Ciò che fa già sorgere alcune critiche è quanto la novità apporterà cambiamenti effettivi evitando il verificarsi di casi che hanno più le sembianze di un “ambientalismo di facciata”.
Comunque, ciò che si prevede è innanzitutto l’obbligo di acquistare “i permessi per inquinare” destinato alle imbarcazioni dalle 5mila tonnellate in su. Nel 2025 i permessi riguarderanno i viaggi all’interno dell’area europea e dovranno coprire almeno il 40% delle emissioni per arrivare al 70% nel 2026.
Nello stesso anno poi, non si tratterà più solo delle emissioni di anidride carbonica ma anche di metano e biossido di azoto. Il tutto in vista di giungere al 2027 con la quota di emissioni del 100% per i viaggi intra-europei e del 50% per quelli extra-europei.