L’80% dei condizionatori sono da cambiare: cattive notizie

L’Unione europea va sempre più verso la transizione energetica e così le norme cambiano. Anche i cittadini italiani si dovranno presto adattare ai dettami che arrivano dall’Ue: ecco quali sono i cambiamenti previsti in particolare per i condizionatori!

Condizionatori

Con il Green Deal l’Ue si dà una mossa per raggiungere l’obiettivo ambizioso quanto importante della neutralità climatica entro il 2050. Cambia tutto in Europa, anche le norme sulle case che devono adattarsi ed essere green. Rigide anche le regole sui idrofluorocarburi, generalmente conosciuti come “F-gas”.

Sei tratta di gas serra, con un impatto sul riscaldamento globale altissimo. Questi gas sono al centro del regolamento approvato  lo scorso 30 marzo dal Parlamento europeo, che mira a eliminare del tutto i F-gas entro il 2050. Con la nuova norma andranno così eliminate pompe di calore e caldaie a gas, dei condizionatori e dei sistemi di refrigerazione.

Con il Green Deal l’Unione pensa persino di vietare assistenza e manutenzione degli impianti a base di gas fluorurati già dal 2024. Se così fosse dal prossimo anno 8 su 10 condizionatori delle case degli italiani sarebbero completamente da buttare, oltre a grossi tagli al settore, come riporta Il Messaggero:

il settore che si occupa della manutenzione o della riconversione di tutti questi impianti contribuisce al Pil italiano per lo 0,5%, un volume d’affari pari a circa 8 miliardi di euro e impiega fino a 140mila persone.

Green deal e condizionatori: cosa cambia con le nuove norme?

CONDIZIONATORI

Confindustria afferma che la nuova normativa non è facilmente attuabile e costituirebbe un serio problema. Il rischio è quello di:

aumentare le importazioni illegali di HFC (gas refrigeranti idrofluorocarburi), di ridurre gli investimenti nel settore manifatturiero dell’UE e di continuare a dipendere dai combustibili fossili a causa della mancanza di soluzioni alternative diversificate e a prezzi accessibili.

La Confederazione generale dell’industria italiana chiede che i termini della normativa siano rivisti e chiede anche al’UE lo stanziamento di investimenti per permettere al nostro paese e alle aziende di adeguarsi. Contrario anche il capogruppo alla Camera di Fratelli d’Italia, Tommaso Foti, che afferma:

Pur contenendo obiettivi ambientali  pienamente condivisibili, la proposta produrrà effetti dannosi, finendo per danneggiare la filiera nazionale della refrigerazione e del condizionamento, ambito nel quale l’Italia è guida in Europa e nel mondo.