Corallo: una specie di polipo molto particolare, dall’immenso fascino
Il corallo è un organismo marino che conosciamo tutti: lo abbiamo visto se non di persona in qualche documentario sulla barriera corallina e con i suoi colori e le forme particolari ci è probabilmente rimasto impresso. Le cose che però in molti non sanno sul corallo sono tantissime: come si forma, perchè diventa bianco e muore, da cosa è composto. I costruttori delle barriere coralline sono organismi dall’immenso fascino che celano numerose curiosità. Oggi vi sveleremo alcuni dettagli che molto probabilmente non conoscete sul corallo e che vi lasceranno a bocca aperta.
Corallo: un polipo che produce calcite
Un particolare sui coralli che vi abbiamo già svelato in un precedente approfondimento è davvero curioso. Questi organismi infatti non sono altro che delle specie di polipi, caratterizzate da una composizione specifica. Il corallo, proprio come il polpo, appartiene al philum degli Cnidaria ma è sbagliato ritenerlo un’entità singola perchè non è così. Un corallo è formato da una colonia di polipi, i quali producono carbonato di calcio sotto forma di calcite e vanno quindi a formare il tipico scheletro che assume colorazioni differenti. Per questo motivo possiamo definire il corallo come una particolare specie di polipo che si trova nella sua fase calcarea.
Il corallo rosso: la specie endemica del Mediterraneo
Il corallo rosso (corallium rubrum) è l’unica specie appartenente al genere Corallium che si trova nel Mediterraneo ed è proprio endemica di questo mare. Parliamo di una tipologia particolarmente delicata, che necessita di una temperatura e di una salinità dell’acqua non solo costanti ma anche specifiche. Il corallo rosso popola fondali spesso privi di vegetazione e preferisce le zone più buie degli abissi. Lo si può trovare fino a 200 metri sotto il livello del mare, in profondità.
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Un tempo i coralli rossi venivano pescati massivamente, ma fortunatamente oggi le cose soo più complicate ed esistono delle politiche decisamente più restrittive per proteggere queste specie. Il corallo rosso viene ancora pescato, ma in misura minore e solo previa autorizzazione e controllo.
La morte del corallo: il fenomeno dello sbiancamento
Negli ultimi anni si è parlato spesso della Grande Barriera Corallina Australiana per via del fenomeno dello sbiancamento. Purtroppo il surriscaldamento globale ha danneggiato anche queste immense colonie di coralli che si trovano nel mondo sottomarino provocandone la morte. Il fenomeno dello sbiancamento è dovuto all’aumento della temperatura degli oceani, che provoca a sua volta una sorta di tilt nei microorganismi (alghe) che producono il nutrimento per i polipi. E’ proprio per via della presenza di queste alghe che il corallo assume un determinato colore ed è proprio quando tali microorganismi vengono a mancare perchè “surriscaldati” che si assiste allo sbiancamento.
Lo sbiancamento dei coralli coincide inevitabilmente con la loro morte: senza nutrimento le loro speranze di sopravvivenza sono pochissime. Purtroppo, ancora una volta, un disastro ambientale come la morte della Grande Barriera Corallina Australiana è dovuta al surriscaldamento globale. L’ennesimo problema ambientale innescato dall’uomo e dall’inquinamento atmosferico.