I batteri che mangiano la plastica: i nuovi alleati dell’ambiente

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13/08/2022

L’Università di Cambridge ha condotto uno studio sulle acque di 29 laghi europei, scoprendo che alcuni batteri amano nutrirsi di resti di sacchetti di plastica inquinanti. Questi “spazzini naturali” crescerebbero meglio e più rapidamente rispetto ai batteri che si cibano di scarti naturali come foglie e ramoscelli. Andiamo a scoprire di cosa si tratta e per quale motivo potrebbero essere importanti alleati per il futuro dell’ambiente.

Lago

Anche la natura può contribuire a ripulire l’ambiente dai rifiuti inquinanti. È quanto hanno scoperto i ricercatori dell’Università di Cambridge analizzando l’acqua di 29 laghi europei contaminati da materiali non biodegradabili come sacchetti di plastica.

Batteri mangia plastica: lo studio dell’Università di Cambridge

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Gli scienziati hanno osservato che alcuni batteri, anziché prediligere alimenti di origine naturale come foglie e ramoscelli, preferiscono nutrirsi di plastica: materiale che li aiuterebbe a crescere meglio e più rapidamente.

Andrew Tanentzap del Dipartimento di Scienze Vegetali dell’Università di Cambridge, coautore dello studio pubblicato sulla rivista Nature Communications spiega:

“È come se l’inquinamento da plastica stimolasse l’appetito dei batteri. Questi sfruttano prima la plastica come cibo, perché è facile da scomporre, e poi sono in grado di dividere più facilmente alcuni alimenti complessi – la materia organica naturale del lago”

Prosegue il ricercatore:

“Questo suggerisce che l’inquinamento da plastica stimola l’intera rete alimentare dei laghi, perché più batteri significa più cibo per gli organismi più grandi come anatre e pesci”.

Batteri mangia plastica: i risultati dei test effettuati

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Gli scienziati hanno inserito all’interno dei campioni di acqua di lago dei residui di sacchetti di plastica e negli stessi campioni hanno poi immerso alcune specie di batteri.

Gli “spazzininaturali hanno dimostrato di diventare più efficienti nutrendosi dei composti di carbonio rilasciati dalla plastica, chimicamente differenti da quelli emessi dalla materia organica. Inoltre, maggiore era la varietà di batteri con cui veniva arricchito il campione d’acqua, più la pulizia risultava efficace.

L’inquinamento da plastica rappresenta un serio problema ambientale, e il riciclo biologico è una soluzione che in futuro potrebbe rivelarsi sempre più preziosa.

Oggi, grazie ai risultati del studio sui batteri di Cambridge, potremmo avere dei nuovi alleati nella lotta alla contaminazione da plastica e microplastiche, in grado inoltre di favorire lo sviluppo della biodiversità negli ecosistemi lacustri.