Decreto agrisolare 2022: cos’è e come funziona
È approvato il Decreto agrisolare, un’iniziativa che promuove l’installazione di impianti fotovoltaici su edifici a uso produttivo, quali stalle e cascine. Le risorse stanziate provengono dal PNRR e ammontano a 1,5 miliardi euro. Vediamo insieme di cosa si tratta e chi potrà usufruirne.
Il Decreto Agrisolare ha introdotto diversi finanziamenti per l’installazione di impianti fotovoltaici sui tetti di stalle e cascine. Si tratta di un’iniziativa che evita di consumare suolo fertile e consente di preservare le campagne. Come affermato dal presidente Coldiretti, Ettore Prandini, grazie al decreto:
Il Paese può beneficiare di una fonte energetica rinnovabile in una situazione di forti tensioni internazionali che mettono a rischio gli approvvigionamenti.
Decreto Agrisolare: chi riguarda
Possono accedere ai finanziamenti del Decreto Agrisolare le imprese agricole, zootecniche e agroindustriali per la realizzazione di impianti fotovoltaici su edifici a uso produttivo. Coinvolgerà circa 20mila stalle e cascine, corrispondenti, secondo le stime Coldiretti, a una superficie complessiva pari a 4,3 milioni di mq per 0,43 GW sulle coperture degli edifici agricoli e zootecnici.
Il Bando sull’Agrisolare è finanziato dal PNRR, Missione 2, componente 1, investimento 2.2 “Parco Agrisolare”. Il MIPAAF (Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali), attingendo ai fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, ha stanziato 1,5 miliardi di euro con apposito decreto.
Le risorse verranno concesse mediante un’apposita procedura fino ad esaurimento dei fondi disponibili.
Quali sono le spese ammissibili
I lavori per la realizzazione degli impianti fotovoltaici devono essere avviati successivamente alla presentazione della richiesta: sono infatti ammissibili solo le spese sostenute a partire dal giorno di presentazione della proposta.
I soggetti beneficiari dovranno realizzare, collaudare e rendicontare gli interventi entro 18 mesi dalla data della pubblicazione dell’elenco dei destinatari delle risorse, salvo richiesta di proroga, sostenuta da motivi oggettivi e soggetta all’approvazione a cura del soggetto attuatore, d’intesa con il Ministero.
Deve essere garantita comunque la realizzazione, collaudo e rendicontazione degli interventi entro il 30 giugno 2026.