Ecco perché i vestiti di “seconda mano” sono la soluzione

Quando si parla di sostenibilità è fondamentale considerare cambiamenti tangibili in tutti i settori esistenti. E come noto, l’industria della moda è ancora lontana dall’essere davvero “green”, ma i consumatori possono essere parte attiva del cambiamento.

Vestiti

Negli ultimi anni stanno avendo sempre più attenzione e successo siti e negozi per la compravendita dell’usato, ed è un bene innanzitutto perché così si evita l’acquisto compulsivo abbassando la domanda e dando seconda vita a capi ormai creati.

L’industria della moda è infatti una delle più inquinanti al mondo ed è anche per questo che in vista degli obiettivi per un maggiore rispetto ambientale, anche l’Europa ha scelto di modificarne l’inquinante lato della produzione.

La produzione tessile è tra le prime cause di inquinamento ambientale su scala globale, e oltre all’impatto ambientale, anche l’impiego ingente delle fibre sintetiche sarebbe da rivedere. È infatti il poliestere uno degli elementi più utilizzati nel dannoso mondo della fast fashion e il modo migliore per combattere la “moda veloce” è proprio puntando a un nuovo modo di fare shopping che possa essere “circolare”.

Come e dove acquistare capi usati: un’ottima scelta per l’armadio e per l’ambiente

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Non è un mistero ormai quanto molti marchi che alimentano il dannoso mondo della fast fashion siano non solo inquinanti ma nascondano lati oscuri in cui ci sono storie di lavoratori sfruttati, sottopagati, con diritti calpestati. Il recente scandalo dell’enorme e-commerce della moda veloce Shein non è che uno dei tanti esempi di cosa ci sia dietro una richiesta di produzione che viaggia troppo veloce e senza reale attenzione per il rispetto ambientale e umano.

Ecco allora che ognuno nel piccolo può scegliere di non alimentare un mercato ormai devastante e cambiare il suo modo di consumare. Scegliere di andare in un negozio vintage ad esempio, o in un mercatino dell’usato, non solo può far sì che si trovino capi unici e che rispecchino più la propria personalità piuttosto che annullarla con capi che hanno tutti in quantità industriali, ma è una scelta assai sostenibile.

Esistono molti mercatini in cui è anche possibile vendere i propri vestiti, altre realtà in cui si possono scambiare. E se invece non si ha fisicamente la possibilità o il tempo, esistono ormai app e siti che permettono la compravendita di capi, come Vinted, Depop o GreenChic.