Ecco perché l’Italia rifiuta il nuovo regolamento UE sugli imballaggi
Il 30 novembre la Commissione UE presenterà la nuova proposta di regolamento sugli imballaggi e i rifiuti di imballaggio. Sembra però che ancora prima della diffusione ufficiale del regolamento, il governo italiano non abbia intenzione di accettare il nuovo regolamento.
Da quanto appreso finora, la bozza ultimamente diffusa riguardo il nuovo regolamento UE sugli imballaggi e i rifiuti non sembra “piacere” al governo italiano, che a quanto pare ha intenzione di non accettarla.
In prima linea Conai, Federdistribuzione e Confindustria, hanno criticato la bozza perché favorirebbe il riuso piuttosto che il riciclo, settore nel quale ancora l’industria italiana non riesce a sviluppare e seguire adeguatamente.
La bozza Europea e il rifiuto dell’Italia
Il 30 novembre sarà diffuso il nuovo regolamento europeo sugli imballaggi. Oltre a volere definire obiettivi più precisi e ambiziosi, gli argomenti centrali del regolamento sono la riduzione dei rifiuti generati pro-capite, saranno introdotte nuove regole contro l’over-packaging ma anche imposizioni più severe sui tassi di riciclo e contenuti minimi di materiale riciclato.
Inoltre si prevede che nel 2028 ci sarà un ulteriore obbligo cioè istituire sistemi di deposito cauzionale per i contenitori monouso con capacità fino a 3 litri. Certe misure esistono già in alcuni Paesi europei.
Comunque per l’Italia non sembrano essere buone soluzioni, almeno per il momento. come ha sottolineato il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi una misura come quella proposta, riporta anche ilfattoquotidiano.it:
Avrebbe un impatto devastante su tutte le imprese italiane e su tutte le filiere, ossia su quasi 7 milioni di posti di lavoro diretti.
Anche da parte di Assobioplastiche non sembra esserci appoggio per le misure proposte dall’Europa, perché:
Si penalizzano alcuni materiali di imballaggio rispetto ad altri adottando normative impattanti in assenza di solidi agganci su chiare e trasparenti valutazioni scientifiche.
Altra ragione che porta associazioni a storcere il naso è che il nuovo regolamento interno al pacchetto sull’Economia circolare andrà anche ad apportare modifiche su quello del 2019 riguardo alla vigilanza del mercato e conformità dei prodotti, nonché la direttiva sugli imballaggi e i rifiuti di imballaggio.
Il problema reale in questo specifico caso è che esso rappresenta un atto legislativo vincolante applicato nell’intera Unione europea senza necessità di essere recepito.