Economia circolare : L’Italia dice no al riciclo degli imballaggi

-
26/06/2023

Nell’attuale scenario, l’argomento del sistema di imballaggio sta suscitando grande dibattito in molti paesi, tra cui l’Italia. A causa delle pressioni esercitate dalle industrie produttrici di packaging, il paese si sta schierando contro le misure dell’Unione Europea volte a promuovere il riutilizzo degli imballaggi. Andiamo a scoprire l’attuale situazione.

Riciclo
La vice ministra dell’Ambiente e Sicurezza energetica, Vannia Gava, si è espressa con preoccupazione riguardo ai rischi per la salute e l’economia legati al riutilizzo degli imballaggi.

Riutilizzo imballaggi: cosa succede

Riciclo

Vannia Gava, ha diciarato:

“La proposta attuale sembra ancora lontana dall’offrire un quadro realistico e soprattutto sostenibile”

Il Ministero dell’Ambiente e Sicurezza energetica (MASAF) ha criticato il documento presentato dalla Svezia, che ha tenuto la presidenza del Consiglio dell’Unione Europea, durante l’incontro preparatorio dei Ministri dell’Ambiente del blocco.

Secondo Gava, definire il documento un “compromesso” è un eufemismo, poiché presenta ancora numerosi punti inaccettabili, se non addirittura peggiorativi rispetto alla precedente bozza.

Continua così:

“Ad esempio, non viene riconosciuto il notevole sforzo dell’Italia nell’economia circolare, che ha ottenuto risultati molto promettenti con un tasso di riciclo del 70%. Inoltre, ci aspettiamo più coraggio nel promuovere l’uso di bioplastiche, aspetto che il regolamento continua a trascurare”

Regolamento riciclo imballaggi: cosa prevede?

Regolamento
Gli stati membri sono attualmente impegnati nelle discussioni sulla proposta avanzata dalla Commissione Europea il 30 novembre scorso. Secondo la proposta di Bruxelles, a partire dal 1° gennaio 2030, tutti gli imballaggi presenti sul mercato dovranno essere progettati per il
riciclo. Inoltre, la loro riciclabilità dovrà essere garantita su larga scala entro il 2035. L’esecutivo comunitario ha anche introdotto misure per prevenire la produzione di rifiuti, come l’eliminazione di imballaggi superflui, la promozione del riutilizzo e del ricaricamento, nonché l’obiettivo di utilizzare materie prime secondarie.

Secondo il Ministero, è necessario valutare la fattibilità e la sostenibilità economica caso per caso, lungo l’intero ciclo di vita del prodotto. Il Ministero ha anche evidenziato i rischi per la salute umana associati al riutilizzo degli imballaggi e gli effetti negativi sulle attuali filiere nazionali di imballaggi e gestione dei rifiuti.

Questa posizione è condivisa da diversi governi e anche da fazioni politiche di destra nel Parlamento Europeo. Le intense pressioni delle imprese stanno portando a una riduzione delle ambizioni delle istituzioni comunitarie. Pertanto, è probabile che la versione finale del regolamento, che emergerà dai negoziati tra la Commissione, il Parlamento e il Consiglio, sarà meno incisiva rispetto alla proposta iniziale.