Energia del futuro: l’Europa punta sui mini-reattori nucleari
Negli scorsi giorni è andata in scena a Bruxelles una riunione dell’alleanza europea sul nucleare promossa dalla Francia, al termine della quale è stato firmato un accordo per promuovere un quadro industriale e finanziario favorevole allo sviluppo di progetti nucleari come gli Smr. Andiamo a scoprire di cosa si è parlato durante la riunione e quali potrebbero essere le forme di energia più utilizzate nel futuro dell’Europa.
L’Europa punta anche sul nucleare. La novità è che i nuovi promettenti alleati per spingere la transizione energetica saranno i mini-reattori modulari.
Energia nucleare: il futuro per l’Europa
Tredici Stati membri «pro nucleare» si sono seduti al tavolo del Consiglio europeo per discutere le risorse da impiegare nella rivoluzione energetica in contrasto alla crisi climatica e oltre alle rinnovabili è stato deciso di includere in maniera importante anche i famosi reattori a fissione nucleare di piccola taglia.
Alcuni paesi europei hanno dichiarato:
“serve un quadro industriale e finanziario favorevole per promuovere progetti nucleari, la ricerca e l’innovazione”
Tra i firmatari della dichiarazione ci sono Bulgaria, Croazia, Finlandia, Francia, Ungheria, Polonia, Repubblica Ceca, Romania, Slovacchia e Slovenia insieme alla Commissione europea.
Nonostante non abbia ancora preso una posizione chiara e univoca in merito al nucleare, anche l’Italia era presente alla riunione. A rappresentare Roma al Consiglio dei ministri dell’Energia di Bruxelles c’era l’ambasciatore Stefano Verrecchia, inviato “su istruzione” del ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin.
La presenza italiana fa rumore perché. Questa volta però il nostro Paese ha partecipato alla seduta, ma solo come osservatore (insieme ai Paesi Bassi). Fonti ministeriali, come specificato da Ansa, hanno infatti confermato che l’Italia non avrebbe firmato alcun documento.
Il piano energetico europeo: i mini-reattori modulari
Per consentire un cambiamento trasformativo della nostra economia e rendere l’Europa il primo continente climaticamente neutro, e per garantire la sicurezza dell’approvvigionamento energetico, l’autonomia strategica e la resilienza dell’UE, serve vagliare tutte le possibili soluzioni, tra cui, appunto, il nucleare e i mini-reattori modulari.
Una scelta, quella dell’Europa verso l’atomo, che era già stata chiara l’anno scorso, quando aveva deciso di approvare la tassonomia per la finanza sostenibile concedendo al nucleare e al gas l’etichetta «green».
Secondo la Commissione europea:
“la tecnologia atomica è una chiave chiave, insieme alle energie rinnovabili, per raggiungere i nostri obiettivi climatici e la neutralità del carbonio nel 2050. In questa prospettiva i rappresentanti dell’alleanza ritengono essenziali il rafforzamento della cooperazione industriale, delle catene del valore europee e l’agevolazione delle capacità finanziarie”.
Mini-reattori modulari: come funzionano
Gli Smr, o mini-reattori modulari, sono impianti nucleari a fissione, basati quindi sulla stessa tecnologia di quelli tradizionali.
A differenza delle strutture atomiche costruite finora, però, hanno delle dimensioni decisamente inferiori dal momento che occuperebbero circa il 10% dello spazio di una centrale tradizionale, potrebbero generalmente essere impiegati all’interno di grandi navi e, soprattutto, sarebbero macchine “modulari”: assemblabili cioè in fabbrica e facilmente trasportabili da un luogo all’altro per l’installazione.
Strutture più piccole, disponibili sul territorio e modulari permetterebbero quindi di realizzare impianti nucleari in diversi luoghi con una gestione più semplice e in tempi più rapidi.
Secondo le previsioni, gli Smr sarebbero in grado di produrre circa 300 MegaWatt (contro i 1700 MW dei reattori più potenti oggi funzionanti, quindi circa un terzo) ma, dall’altra parte, genererebbero un quantitativo davvero contenuto di scorie.
Un’arma in più per combattere la crisi climatica e avviare la transizione energetica.