Energia rinnovabile: la batteria al sale per l’accumulo
Un gruppo di ricercatori dell’Università di Sydney sta studiando le potenzialità di un nuovo tipo di batteria a basso costo, con una capacità energetica quattro volte superiore a quella agli ioni di litio. Andiamo a scoprire di cosa si tratta.

Il progetto sulle rinnovabili: la batteria al sale

Sebbene le batterie sodio-solfuro (Na-S) esistano da più di mezzo secolo, il loro utilizzo è stato limitato finora dalla scarsa capacità energetica e dai brevi cicli di vita. Utilizzando però un semplice processo di pirolisi ed elettrodi a base di carbonio per migliorare la reattività dello zolfo e la reversibilità delle reazioni tra zolfo e sodio, la batteria dei ricercatori australiani sembra essersi scrollata di dosso la reputazione di cui godeva in passato, mostrando una capacità elevatissima e una durata straordinaria a temperatura ambiente.
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Secondo i ricercatori, la batteria Na-S è anche un’alternativa più densa di energia e meno tossica rispetto alle batterie agli ioni di litio che, pur essendo ampiamente utilizzate nei dispositivi elettronici e per l’accumulo di energia, sono costose da produrre e riciclare. La batteria Na-S del dottor Zhao è stata progettata specificamente per fornire una soluzione ad alte prestazioni per i grandi sistemi di accumulo di energia rinnovabile, come le reti elettriche, riducendo significativamente i costi operativi.
Batteria Na-S: i vantaggi per le rinnovabili

“La nostra batteria al sodio ha il potenziale per ridurre drasticamente i costi, fornendo al contempo una capacità di accumulo quattro volte superiore. Si tratta di una svolta significativa per lo sviluppo delle energie rinnovabili che, pur riducendo i costi a lungo termine, hanno avuto diverse barriere finanziarie”
“Speriamo che, fornendo una tecnologia che riduca i costi, si possa raggiungere prima l’orizzonte dell’energia pulita. Probabilmente non c’è bisogno di dirlo, ma più velocemente riusciamo a decarbonizzare, più possibilità abbiamo di contenere il riscaldamento”
Le soluzioni di accumulo prodotte utilizzando risorse abbondanti come il sodio, che può essere ricavato dall’acqua di mare, hanno anche il potenziale per garantire una maggiore sicurezza energetica in senso lato e consentire a più Paesi di unirsi al passaggio verso la decarbonizzazione. Le batterie da laboratorio sono state fabbricate e testate con successo nella struttura di ingegneria chimica dell’Università di Sydney. I ricercatori intendono ora migliorare questa tecnologia, per una sua rapida commercializzazione.