Energie rinnovabili in Italia: le regioni bloccano tutto
Arriva da parte di Legambiente un rapporto che denuncia un grosso problema nel nostro paese. Ancora una volta le questioni burocratiche prevalgono su quelle ambientali, e così finisce che il nostro paese si trova indietro per quanto riguarda le energie rinnovabili.
In Italia, lo sviluppo delle energie rinnovabili è indietro rispetto ai livelli di molti altri paesi, lo evidenzia anche il rapporto di Legambiente “Scacco matto alle rinnovabili 2023″, presentato alla Fiera K.EY di Rimini, che denuncia una situazione problematica.
Il rapporto, che analizza 4 leggi nazionali e 13 leggi regionali, mette in evidenza un grosso problema: il rallentamento della transizione ecologica dovuto alla burocrazia. Oltre alla denuncia, il rapporto offre anche soluzioni concrete. Il rapporto sottolinea che ad oggi ci sono ben 1364 impianti green in lista d’attesa per ricevere l’ok dello stato e poter essere finalizzati.
Il 76% degli impianti in fase di stallo si trova nelle regioni della Puglia, Basilicata, Sicilia e Sardegna. Lo scorso anno, solo l’1% dei progetti di impianti fotovoltaici è stato autorizzato alla realizzazione, con un netto calo rispetto al 41% del 2019. Gli impianti eolici autorizzati nel 2022 sono addirittura dello 0%.
Rapporto Legambiente: ecco come la burocrazia blocca gli impianti di energie rinnovabili
Anche la produzione idroelettrica in Italia è in netto calore via dell’emergenza siccità, con un calo quasi del 40%. Nel suo rapporto sulla drammatica situazione del nostro paese, Legambiente ha presentato anche nuove proposte, proponendo un aggiornamento delle Linee Guida per l’autorizzazione degli impianti.
Tali linee guide non vengono aggiornate dal lontano 2010. Legambiente poi propone una revisione delle normative attraverso la collaborazione tra il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, il Ministero delle Imprese e del Made in Italy e il Ministero della Cultura. Questo per evitare ulteriori rallentamenti agli impianti di energie rinnovabili, quasi sempre bloccati a livello regionale dall’assenza di autorizzazioni e da una lunga trafila burocratica.
Katiuscia Eroe, responsabile nazionale energia di Legambiente, sottolinea l’importanza del dibattito pubblico come strumento dei cittadini per sostenere le loro esigenze, anche in tema energetico, che col Codice degli Appalti proposto da Meloni rischia di perdere di peso politico. Uno strumento fondamentale infatti, che consente di facilitare il cambiamento, viene proprio dal coinvolgimento dei cittadini.