Eolico galleggiante: gli obbiettivi ambiziosi in Europa
L’eolico galleggiante sta guadagnando terreno in Europa e nel resto del mondo, con un aumento significativo di progetti e gare d’appalto per impianti offshore senza fondamenta fisse. Nonostante le sfide legate ai costi e ai colli di bottiglia nella catena di approvvigionamento, il settore si prepara a affrontare le nuove sfide investendo in infrastrutture portuali, riducendo ulteriormente i costi e superando gli ostacoli nella supply chain. Andiamo a scoprire gli obbiettivi ambiziosi per il futuro.

Eolico galleggiante: il piano per il futuro in EU
Secondo WindEurope, entro il 2030 potrebbero essere in funzione da 3 a 4 GW di energia eolica galleggiante, e non è irragionevole pensare che si possa arrivare fino a 10 GW se i governi sosterranno gli obiettivi di espansione con politiche adeguate.
Il Regno Unito è stato particolarmente attivo in questo settore, offrendo diritti di sviluppo per oltre 15 GW nello spazio marino. Anche la Francia ha intrapreso un percorso simile, annunciando bandi per 500 MW al largo della Bretagna e nel Mediterraneo. Altri paesi come Norvegia, Spagna, Portogallo e Italia si stanno preparando per sfruttare l’energia eolica al largo delle loro coste.
A livello globale, la pipeline dell’eolico galleggiante è cresciuta fino a circa 48 GW nel 2022. Secondo le previsioni di DNV, entro la metà del secolo potrebbero essere installati circa 300 GW di capacità eolica galleggiante a livello mondiale.
Eolico galleggiante UE: sfide e opportunità
L’eolico galleggiante riveste grande importanza perché l’80% del potenziale eolico offshore mondiale si trova in acque più profonde di 60 metri, dove le tradizionali turbine a fondamenta fisse non possono essere installate.
Tuttavia, ci sono diverse sfide da affrontare. Il mercato dovrà selezionare le soluzioni tecniche più adatte e ridurre l’offerta di modelli di piattaforme galleggianti per avviare una produzione su larga scala. Inoltre, sarà necessario affrontare le difficoltà nell’approvvigionamento dei materiali, in particolare dell’acciaio. Gli scali portuali dovranno essere attrezzati per supportare la crescita del settore, poiché l’assemblaggio delle strutture galleggianti avviene principalmente a terra.
Oltre a ciò, gli sviluppatori dovranno affrontare i costi tecnologici. Secondo DNV, il costo medio dell’energia (LCOE) per l’eolico galleggiante era di circa 250 euro per MWh nel 2020, rispetto ai circa 50 euro per MWh delle turbine fisse. Tuttavia, grazie a progetti come CoreWind, che ha studiato ottimizzazioni per ridurre l’LCOE a meno di 60 euro per MWh, si stanno compiendo progressi verso una maggiore competitività economica del settore.