Eolico offshore: i nuovi progetti in Italia

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24/03/2023

La joint venture tra Plenitude e CDP Equit rinnova l’intesa con Copenhagen Infrastructure Partners firmando un accordo per tre nuovi parchi eolici galleggianti. Due gigawatt di potenza verde da realizzare a largo delle coste laziali e sarde. Andiamo a scoprire di cosa si tratta.

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Arriva una nuova spinta da Plenitude all’eolico offshore galleggiante in Italia.

Eolico offshore: i progetti in Italia

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Continua a crescere l’impegno di Plenitude, Società Benefit di Eni, nell’eolico offshore galleggiante in Italia. L’ultimo grande progetto in questo campo appartiene a GreenIT, la joint venture tra Plenitude e CDP Equit creata nel 2021 per sostenere la produzione elettrica da rinnovabili a livello nazionale. Il 22 marzo la società ha stretto un accordo con Copenhagen Infrastructure Partners (CIP), il più grande gestore di fondi dedicato agli investimenti greenfield nelle rinnovabili.

L’obbiettivo è quello di realizzare tre nuovi parchi eolici offshore “senza fondamenta fisse” nelle acque laziali e sarde. Un’iniziativa importante per un Paese nel pieno della transizione energetica, che a regime offrirebbe oltre 2 GW di nuova capacità verde.

L’accordo guarda al mare profondo. Le future turbine eoliche, grazie alla tecnologia delle piattaforme flottanti, si troveranno infatti a circa 30 chilometri dalle coste. Lì dove i fondali sono più profondi e i venti più forti, l’intesa svilupperà tre parchi eolici galleggianti per una potenza cumulata di circa 2.040 MW e una produzione annuale stimata di circa 5 TWh.


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Per la precisione il progetto prevede di realizzare un impianto offshore nelle acque laziali, a largo di Civitavecchia, per una capacità complessiva di 540 MW e altri due impianti galleggianti, rispettivamente da 500 MW e 1.000 MW, a largo di Olbia, in Sardegna. In tutti e tre i casi saranno impiegate soluzioni tecniche innovative volte a minimizzare l’impatto ambientale e visivo. Il piano è rendere gli impianti operativi tra il 2028 e il 2031, a valle della conclusione dell’iter autorizzativo e dei lavori di installazione da compiere.

La realizzazione sarà affidata a un team di lavoro congiunto, affiancato da Copenhagen Offshore Partners, fornitore esclusivo di CIP per l’implementazione dell’eolico offshore, e da NiceTechnology e 7 Seas Wind Power, società italiane con provata esperienza nel comparto offshore.

In realtà per Plenitude e GreenIt non si tratta della prima iniziativa nell’eolico offshore galleggiante italiano. La joint venture aveva siglato un’intesa con Copenhagen Infrastructure Partners già ad aprile dello scorso anno.

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Per l’Italia la tecnologia galleggiante rappresenta la migliore opportunità per sviluppare l’eolico offshore. Gli impianti sono realizzati su basi flottanti che non richiedono piloni o fondamenta fisse. Si tratta di un grande vantaggio per mari come il Mediterraneo dove i fondali immediatamente profondi rendono l’installazione di turbine offshore tradizionali difficile e poco conveniente.

L’ANEV, spiega:

“Oggi la principale associazione dell’energia eolica in Italia – l’utilizzo di piattaforme galleggianti (floating offshore wind) permette l’installazione di impianti anche in aree dove batimetrie elevate non permettevano la progettazione di turbine con fondamenta fisse (bottom fixed), ampliando notevolmente le potenzialità di utilizzo dell’energia eolica nei mari italiani”.

A largo i venti sono più forti, continui e consistenti, il che si può tradurre in un maggiore fattore di capacità e di conseguenza in minori costi livellati dell’energia (LCOE). Inoltre, la tecnologia offre anche un minore impatto visivo e ambientale. La realizzazione di parchi eolici galleggianti è inevitabilmente meno invasiva rispetto ai tradizionali progetti con fissaggio sul fondale, potendo anche contare su un’installazione più semplice e flessibile.