Fast food, stop usa e getta: cosa prevede la legge anti-spreco in Francia
Uno Stato membro dell’Unione Europea ha approvato una legge, recentemente entrata in vigore, finalizzata a ridurre gli sprechi e a preservare le risorse naturali, la biodiversità e il clima. In particolare, una misura vieta ai fast food l’utilizzo di stoviglie usa e getta.
Anche i fast food, come altre imprese e organizzazioni, sono chiamate a modificare il loro operato per aumentare la propria sostenibilità. Spesso, tuttavia, è necessario un intervento normativo da parte degli Stati per far sì che queste realtà prendano sul serio questa necessità. È il caso della Francia, che ha recentemente visto entrare in vigore la legge Agec, approvata nel 2020, per quanto riguarda l’utilizzo della plastica monouso, ma non solo.
Fast food: addio alle stoviglie usa e getta
A partire dal 1° gennaio 2023, è ufficialmente entrata in vigore la legge AGEC (Loi Anti-gaspillage pour une économie circulaire), che si pone come obiettivo quello di accelerare il cambiamento del modello di produzione e consumo così da limitare gli sprechi e preservare le risorse naturali, la biodiversità e il clima.
Tra le misure previste dalla norma in questione, rientra anche l’utilizzo di stoviglie riutilizzabili all’interno dei fast-food, abbandonando in questo modo e definitivamente quelle usa e getta. L’obbligo riguarda tutti i ristoranti con più di venti posti a sedere e sarà ancora permesso avvolgere gli hamburger.
Si tratta di un provvedimento degno di nota; d’altronde, è sufficiente pensare che secondo Zero Waste France, McDonald’s produce 115 tonnellate di rifiuti di imballaggio al giorno in Francia.
Le altre misure previste dalla legge Agec
Un altro intervento contenuto all’interno della legge Agec riguarda gli scontrini dei negozi, i quali non saranno più stampati di default a partire dal 1° aprile 2023 e potrà essere offerta come alternativa una versione dematerializzata.
La legge ha stabilito anche che il settore tessile e del mobili, tra i principali responsabili delle emissioni di CO2, contribuiscano al finanziamento del riutilizzo e della riparazione di ciò che producono tramite un apposito fondo.
Infine, viene esteso il cosiddetto principio “chi inquina paga“, meglio conosciuto come responsabilità estesa del produttore (EPR), ad undici nuovi settori, tra cui quello dei rifiuti da cantiere, degli pneumatici, delle gomme da masticare, degli assorbenti monouso e degli attrezzi da pesca che contengono plastica.