La Foresta Amazzonica è salva: sospeso il decreto per lo sfruttamento

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01/09/2017

E’ ufficiale: la foresta amazzonica rimarrà intatta e la riserva naturale Renca (National Reserve of Copper and Associates) continuerà a conservare il suo importantissimo patrimonio. Se fino a pochi giorni fa i riflettori erano accesi sulla discutibilissima scelta del presidente brasiliano Michel Temer, che aveva approvato l’abolizione della riserva amazzonica per favorire lo sfruttamento minerario, adesso gli ambientalisti possono tirare un respiro di sollievo. L’enorme polmone verde del Sud America non rischia più nulla: a deciderlo è stato il giudice Rolando Valcir Spanholo del tribunale federale di Brasilia. La Renca non potrà essere abolita, perchè il decreto è stato sospeso. 

Cos’è la Renca nella Foresta Amazzonica

Istituita nel 1984, la National Reserve of Copper and Associates (Renca) è una riserva naturale appartenente alla foresta amazzonica. Copre un’area di 47.000 Km2 e si trova tra i due stati brasiliani di Parà e Amapà. In quest’area vivono popolazioni indigene ed il territorio è ricco di minerali, tra cui oro e rame.

Cosa prevedeva il decreto di Temer

TemerLa notizia ha impiegato pochissimo per fare il giro del mondo, e ha sicuramente destato grandissime preoccupazioni in ogni parte del globo. Quando si è saputo che il presidente del Brasile Michel Temer aveva approvato un decreto che prevedeva l’abolizione della riserva naturale Renca, nella Foresta Amazzonica, è scattato un vero e proprio allarme. L’Amazzonia conserva al suo interno un patrimonio naturale di fondamentale importanza per tutto il Pianeta: questo polmone verde deve essere preservato e fino ad oggi questa tesi non era mai stata messa in discussione. Il 23 agosto 2017, però, Temer aveva lasciato molto sconcerto approvando un decreto che prevedeva l’abolizione della riserva naturale Renca. Altrettanto sconcertante la ragione di tutto ciò: permettere lo sfruttamento minerario della zona e dare il via libera alle trivellazioni. In sostanza: distruggere un importantissimo patrimonio naturale, per inseguire, come sempre, interessi puramente economici.

Secondo le dichiarazioni ufficiali di Temer, questa decisione è stata presa proprio per attrarre nuovi investimenti nel Paese e creare nuovi posti di lavoro, nel pieno rispetto della sostenibilità ambientale e delle aree abitate dalle popolazioni indigene. Tali dichiarazioni non hanno però convinto gli ambientalisti, che hanno sin da subito sottolineato quelle che sarebbero state le conseguenze di questa decisione. Conseguenze, naturalmente, devastanti in termini ambientali: deforestazione, minaccia della biodiversità, impoverimento del suolo, destabilizzazione delle culture indigene. Accanto agli ambientalisti, anche numerosi personaggi del mondo dello spettacolo si sono attivati contro il decreto e hanno manifestato pubblicamente il loro assoluto disappunto.

La sospensione del decreto: una scelta giusta

Fortunatamente non è stata vana la petizione popolare presentata nei giorni scorsi contro questa assurda misura governativa, tanto che il giudice Spanholo l’ha parzialmente accolta e ha deciso di sospendere il decreto. Secondo il magistrato, infatti, una decisione di questa portata non può essere affidata esclusivamente ad un decreto governativo ma richiede anche l’intervento del Congresso. La Foresta Amazzonica, quindi, rimane per il momento tutelata e la Riserva Naturale Renca non potrà essere abolita e tanto meno stuprata dalle trivelle. Possiamo, per il momento, tirare un sospiro di sollievo. Sarebbe assurdo, alla luce delle misure che stiamo adottando a livello mondiale in nome della sostenibilità ambientale, svendere parte di quello che continua a rimanere il Polmone del nostro Pianeta.

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