La storia della Formica rufa

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04/10/2018

Camminando attraverso i boschi del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna (Appennino tosco-romagnolo), si può incappare in particolari accumuli di aghi e ramoscelli. In questi casi, meglio essere prudenti e non curiosare, perché alcune formiche di colore rosso ruggine potrebbero pian piano arrampicarsi sui nostri indumenti e spruzzare acido formico. La singolare collinetta, infatti, non è altro che un nido di Formica rufa (Formica rufa).

I nidi della rufa: piccole opere d’architettura

Questi laboriosi insetti mettono in atto una forte cooperazione sociale, vivono in colonie e sono organizzati nelle tre tipiche caste delle formiche: le operaie, le regine e i maschi (fuchi). Le lavoratrici, prive di ali, svolgono i compiti principali: costruzione del nido, raccolta del cibo, nutrimento delle regine e delle covate, e non ultimo la difesa. Quando si muovono, formano lunghissime file che si snodano da un punto all’altro in modo estremamente coordinato, quasi avessero un radar per ritrovare sempre la strada, anche dopo aver percorso grandi distanze.

I fuchi, neri e sempre alati, vivono solo in primavera e all’inizio dell’estate, e muoiono dopo l’accoppiamento vittime di predatori o di stenti. La regina, cuore nevralgico dell’intero sistema, e di dimensioni corporee doppie rispetto a un’operaia, si trova al centro del nido e dirige il formicaio. Le giovani regine hanno le ali e sono le femmine addette alla riproduzione.


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Il nido, in genere, viene costruito attorno a un tronco o a una ceppaia utilizzando aghi di abete rosso e bianco, pezzetti di legno e ramoscelli, e può raggiungere anche i 2 metri di altezza. Nei luoghi soleggiati i nidi sono di minori dimensioni e abbastanza piatti per non subire un eccessivo riscaldamento; nelle zone ombreggiate sono invece più alti e ripidi. La collinetta visibile, inoltre, è solo il “tetto della casa”: la vera “abitazione” è scavata al di sotto, nella terra, e si compone di gallerie e camere nuziali organizzate su diversi piani. Sulla superficie esterna ci sono fenditure di entrata e di uscita che in caso di pioggia o di freddo vengono chiuse.

Funzione ecologica e stato di protezione

  1. rufa è originaria delle Alpi. Attualmente è una specie protetta ed è inserita nella categoria “quasi a rischio” (Near Threatened NT) nella Lista rossa IUCN. Essendo insettivora, infatti, contribuisce al controllo dei parassiti delle piante: un nido è in grado di eliminare quotidianamente 4.000 larve di coleotteri xilofagi e circa 50.000 insetti, per un totale che può arrivare fino a 5 milioni in una sola stagione. Per questo, a partire dagli anni ’70, gli esperti pensarono di introdurla nei rimboschimenti di pino e di abete, che, non essendo boschi naturali, sono delicati e suscettibili ad aggressioni da parte di insetti parassiti.

Caratteristiche della specie

Dotata di livrea rosso ruggine, addome, zampe ed antenne di colorazione bruna, questa specie è priva di pungiglione. È lunga dagli 8 ai 10 millimetri (mm) e possiede grandi mandibole. La formica si nutre in particolare di afidi presenti sugli alberi, nonostante sia anche un avido saprofago.

La rufa ha una peculiarità. Se avviciniamo la mano al formicaio sfiorando le formiche brulicanti le vedremo alzare il sedere verso di noi. Sull’addome, infatti, hanno una grossa ghiandola che secerne acido formico, sostanza tossica utilizzata come arma. Spruzzandolo addosso agli insetti li paralizzano mostrando un comportamento piuttosto aggressivo. In questo modo riescono a portare le prede vive nel formicaio e a tenerle lì fino al momento del pasto. L’acido ha un odore pungente e i suoi getti raggiungono addirittura i 30 cm di distanza.

Perciò, amanti delle escursioni se incontrate questi particolari inquilini dei boschi non disturbateli! La loro vita non è proprio tranquilla. Come afferma l’entomologo Edward O. Wilson “Se le formiche possedessero armi distruggerebbero il mondo in una settimana”. Dunque prestate attenzione, riposarsi su un mucchio di aghi di larice non è una buona idea. Il morso delle rufe fa male!