Fotovoltaico, bonus accumuli 2022: di cosa si tratta e come funziona
Il DM del 6 maggio 2022, in attuazione della Legge di Bilancio 2022, ha confermato il cd. bonus accumuli, un credito d’imposta riconosciuto l’installazione di sistemi di accumulo su impianti alimentati da fonti rinnovabili già funzionanti e incentivanti. Vediamo insieme nel dettaglio.
La Legge di Bilancio 2022 ha introdotto un credito d’imposta per l’installazione di sistemi di accumulo su impianti alimentati da fonti rinnovabili già funzionanti e incentivanti. Le risorse stanziate per la misura ammontano a 3 milioni di euro, ma non è stato ancora resa nota la percentuale del credito d’imposta.
Ad ufficializzare il bonus è stato il DM del 6 maggio 2022, in attuazione di quanto previsto dalla legge 30 dicembre 2021, n. 234 (legge Bilancio 2022).
Vediamo insieme di cosa si tratta.
Bonus accumuli: cos’è
Il bonus accumuli 2022 consiste in un credito d’imposta riconosciuto alle persone fisiche che, dal 1° gennaio 2022 al 31 dicembre 2022, sostengono spese relative all’installazione di sistemi di accumulo integrati a impianti di produzione dell’elettricità alimentati da pannelli fotovoltaici o da altre fonti rinnovabili.
Tra le spese sono comprese anche quelle sostenute per gli impianti già esistenti e che accedono al meccanismo dello scambio sul posto. Sono esclusi dal bonus gli impianti incentivati con il Conto Energia, che è regolato da norme diverse dal DL 91/2014.
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Quanto vale il bonus
Entro 90 giorni, vale a dire entro il 16 settembre 2022, l’Agenzia delle Entrate dovrà stabilire le scadenze per la presentazione delle istanze e le percentuali agevolabili delle spese sostenute.
Una volta esaminate tutte le domande, l’Agenzia delle Entrate determinerà la percentuale della spesa riconosciuta come credito d’imposta, sulla base del rapporto tra l’ammontare complessivo stanziato nella Legge di Bilancio e la somma di tutte le spese agevolabili indicate nelle domande.
I beneficiari potranno utilizzare il credito riconosciuto in compensazione delle imposte dovute, indicandolo nella dichiarazione dei redditi. Nel caso i cui, per problemi di capienza fiscale, il beneficiario non riesca ad utilizzare tutto il credito di imposta in compensazione, potrà usare la parte restante nei periodi di imposta successivi