Fotovoltaico per pareti: esistono davvero?
Il progetto UnitSun sta valutando quanta energia è possibile ottenere dai pannelli fotovoltaici a seconda del colore e della posizione nelle facciate degli edifici. Andiamo a scoprire di cosa si tratta e quali potrebbero essere i vantaggi per questa nuova tecnologia.

La ricerca sul fotovoltaico per pareti: la resa energetica

Il lato sud della costruzione è stato rivestito de tradizionali celle nere, mentre sul lato ovest sono stati installati diversi pannelli colorati tra cui addirittura un modulo bianco. L’obbiettivo di tale esperimento è quello di fornire una stima affidabile di ciò che gli elementi di facciata con celle solari significheranno per l’energia domestica, in modo che diventi facile sceglierli come qualsiasi altro materiale per facciate.
Fotovoltaico per pareti: quanto sono importanti i colori

In alcuni casi anche in grado di imitare nella trama diversi tipi materiali da costruzione, dal legno al marmo. Se da un lato è vero che anche l’occhio vuole la sua parte, lo è anche, dall’altro, che il nero rappresenta un’alternativa imbattibile dal lato dell’efficienza. Ma questo dato potrebbe non essere così importante una volta tirate le somme.
I risultati del test hanno mostrato come il fotovoltaico bianco perda circa il 50% di energia prodotta rispetto all’elemento nero. La riduzione è del 20-30% nell’unità colore mattone e del 40% in quella rosso vivo. Ma anche se i pannelli fotovoltaici colorati per pareti sono meno efficienti, spiega l’Università:
“la produzione energetica dovrebbe comunque essere in grado di compensare i costi aggiuntivi, soprattutto perché l’intero elemento della facciata sostituisce un elemento convenzionale e genera anche guadagni”.
L’esperimento sul fotovoltaico da parete: cosa succederà

L’esperimento ha impiegato una sorgente di luce laser per testare i moduli da tutte le angolazioni e ottenere dati anche sul ruolo dei colori nell’effetto abbagliamento, il riflesso che si genera con una certa angolazione dei raggi solari.
Le informazioni raccolte sono state integrate dai dati di un sistema di misurazione avanzato messo a punto dal dottorando Markus Babin.
Pernille Braendstrup Kjaer, capo dipartimento di HSHansen, spiega:
“Con l’aiuto del DTU, ci aspettiamo di stabilire un catalogo delle possibilità, dei loro effetti e dei loro costi”
Oltre ai colori, il team sta sperimentando anche texture diverse, come il vetro sabbiato, e nuove superfici in grado di migliorare le prestazioni del sistema nel suo complesso.