Gas serra: scoperti i batteri che mangiano la CO2
Avanzano le ricerche in ambito ecologico e nelle ultime ore è stato scoperto qualcosa di veramente sorprendente! Il nuovo batterio scoperto nel 2022 sull’isola di Vulcano potrebbe essere impiegato nella risoluzione di un grave problema: quello legato all’inquinamento da Co2. Ecco di che cosa si tratta.

Lo scorso anno nell’isola di Vulcano, nell’arcipelago delle isole Eolie, una ricerca ha portata a una scoperta straordinaria. Nelle zone vulcaniche di trovano spesso microrganismi capaci di partecipare al ciclo degli elementi e di catturare gas come il metano e il biossido di carbonio (CO2).
Il nuovo batterio, che potrebbe avere un ruolo fondamentale nella lotta contro le emissioni di gas serra, è stato scoperto nelle acque intorno all’isola di Vulcano lo scorso anno da un team di ricercatori. Il microrganismo appartiene alla famiglia dei cianobatteri, organismi fotosintetici in grado di assorbire l’anidride carbonica dall’ambiente.
Il nuovo batterio scoperto nelle Eolie è il più rapido mai trovato fino ad oggi nell’assorbimento della CO2. Il batterio lavora immerso in acqua e potrebbe quindi essere utilizzato in stagni appositamente creati dove immagazzinare la CO2 da eliminare.
Gas serra: il nuovo batterio delle Eolie risolverà il problema?

A scoprire il nuovo batterio delle isole Eolie è stato un team di ricercatori delle università americane Cornell e Harvard Medical School lo scorso settembre 2022. I ricercatori hanno così scoperto l’esistenza di questo microorganismo in grado di assorbire l’anidride carbonica molto più velocemente di altri.
Per la missione sono stati impiegati strumenti tecnologici d’avanguardia con l’ausilio di un team di sommozzatori che ha operato nella baia di Levante, dove sono presenti elevate quantità di CO2 disciolta e dove il pH risulta essere molto basso. In questa zona erano già stati scoperti simili microorganismi in precedenza ma mai nessuno si era dimostrato capace di operare in modo tanto efficace.
I dati sono stati resi noti da uno studio pubblicato dall’International Journal of Environmental Science and Technology (IJEST), il quale afferma che l’impiego di simili batteri, oltre a catturare i gas serra, ha un altro vantaggio, ovvero quello di produrre sottoprodotti industriali come biocarburanti, composti farmaceutici e bioplastiche, che eviterebbero di produrre nuovi materiali inquinanti.