Global Carbon Budget 2022: l’analisi delle emissioni
L’analisi delle emissioni accumulate nell’atmosfera è stata presentata quest’anno dal nuovo report Global Carbon Budget. Siamo stretti con i tempi e i governi internazionali devono assolutamente ridurre drasticamente le emissioni, modificando il modello produttivo del loro Paese. Andiamo a scoprire cosa dicono i dati raccolti sul clima e sulla situazione generale delle quantità di emissioni generate dall’essere umano e dall’industria.

Il Global Carbon Budget consiste in un’analisi dettagliata delle emissioni di gas serra causate dall’uomo e di come si ridistribuiscono tra l’atmosfera, gli oceani e la biosfera terrestre in una situazione in cui il clima sta considerevolmente cambiando.
Global Carbon Budget: la situazione attuale

Al report hanno lavorato 100 scienziati delle università di Exeter, East Anglia (UEA), del CICERO e dell’Università Ludwig-Maximilian di Monaco di Baviera. I risultati mostrano una situazione presentata anche dall’ultimo rapporto sulle emissioni di gas serra IPCC: gli Accordi di Parigi non sono stati rispettati, siamo ben lontani dal risultato previsto e la finestra per agire si sta chiudendo nei tempi più veloci del previsto.
Al lavoro svolto dall’IPCC il Global Carbon Budget aggiunge delle previsioni sulle politiche attuali:se gli attuali livelli di emissioni rimangono gli stessi, la possibilità che l’1,5C venga superato entro i prossimi nove anni è del 50%.
Secondo il nuovo report, le emissioni globali di CO2 totali saranno 40,6 miliardi di tonnellate nel 2022, dato molto vicino a quello del 2019, che è il massimo storico. A fine 2022 le concentrazioni atmosferiche di gas inquinanti raggiungeranno i 417,2 parti per milione.
Global Carbon Budget: quali sono le soluzioni per il Pianeta

La riduzione necessaria per mantenere fede agli obiettivi stabiliti dagli Accordi di Parigi del 2015 è significativa. Sostanzialmente per raggiungere quel target dovremmo ridurre le emissioni a un sistema produttivo del primo lockdown del 2020. In numeri, la riduzione annuale dovrebbe essere di 1,4 GtCO2. Difficile pensare che i governi internazionali riescano ad accettare di ridurre così tanto la loro produzione annuale.
L’obiettivo di 1.5°C è al limite della realizzazione, al 2050 è molto più ipotizzabile arrivare con 2°C, sulla base delle attuali traiettorie di emissioni. Secondo quanto afferma il professor Pierre Friedlingstein, del Global Systems Institute di Exeter, che ha guidato lo studio, quest’anno assistiamo all’ennesimo aumento delle emissioni globali di CO2 fossile.
Lo studio analizza poi la ridistribuzione delle emissioni negli oceani e nelle foreste, principali attori che hanno il ruolo di assorbire CO2, suggerendo un piano coraggioso di riforestazione per abbattere le emissioni delle più grandi potenze economiche.
Secondo lo studio inoltre, nei prossimi anni le emissioni dovrebbero diminuire dello 0,9% in Cina e dello 0,8% nell’UE, gli USA vedranno una crescita dell’1,5%, l’India del 6%. In totale, si prevede l’aumento di emissioni sarà in media in tutto il mondo dell’1,7%.