Greenwashing: come cambiano le imprese Ue con le nuove regole
L’Unione Europea va verso una direzione più Green per le sue aziende, o almeno questo sarebbe il proposito delle nuove norme in materia di greenwashing. Ma è davvero così? Ecco che cosa cambia in concreto per le aziende con le nuove norme relative al greenwashing.
Già il termine “greenwashing” ha di per sé connotazione negativa: indica un ambientalismo di facciata con cui le aziende in un certo senso si “lavano le mani” dai problemi, adducendo comportamenti ecologici ma non realmente tali. Uno studio della Commissione europea ha rilevato che il 53,3% delle azioni svolte dalle aziende che sono state esaminate, venivano definite ecologiche esaminate senza avere alcun fondamento per essere definite tali.
L’Ue, per far fronte al problema del greenwashing, che penalizza le aziende che realmente investono per abbattere i consumi, ritiene di doversi dotare di una direttiva. In questo senso si muove già la proposta per il “diritto alla riparazione”, che mira a combattere l’obsolescenza programmata dei dispositivi elettronici venduti.
La Commissione europea qualche giorno fa ha proposto di adottare dei criteri comuni per agire contro il greenwashing, andando così a completare un proposta già esposta a marzo 2022 sulla “responsabilizzazione dei consumatori per la transizione verde”.
Greenwashing: l’Ue pronta a dotarsi di norme comuni per arginare il problema
La proposta rientra anche nel quadro del Green Deal europeo e concerne le autodichiarazioni che vengono presentate dalle imprese e destinate ai consumatori, a proposito dei consumi e dell’impatto ambientale dell’azienda stesso e del bene di consumo offerta. Con la nuova norma tali autodichiarazioni dovranno essere motivate e verificate prima di essere esposte.
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Nuove norme in arriva anche in tema di etichettatura: le diciture dei prodotti dovranno essere sempre verificate per garantire un certo tipo di prodotto al consumatore. Per alcuni prodotti esistono già norme europee a riguardo, come il marchio Ecolabel UE, o il marchio per prodotti provenienti da coltivazione biologica.
La nuova norma mira alla tutela dei consumatori, ma anche a premiare le aziende che si impegnano effettivamente nell’impiego di risorse e metodi sostenibili. Le microimprese, quelle con meno di 10 dipendenti e meno di 2 milioni di € di fatturato saranno esentate dagli obblighi della proposta. La proposta sarà presto sottoposta a giudizio del Parlamento europeo e del Consiglio.