Il Parlamento europeo ha approvato la Carbon tax
Il Parlamento europeo ha approvato l’introduzione della carbon tax, che entrerà in vigore dal 2026 al 2034. La tassa rientra nelle cinque leggi che costituiscono tre dei pilastri del progetto Fit for 55.
Il Parlamento europeo ha adottato cinque leggi che costituiscono tre dei pilastri del progetto Fit for 55, la strategia dell’Unione europea per ridurre le emissioni di gas serra di almeno il 55% entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990. Uno di questi pilastri è la “carbon tax“, una tassa per i Paesi non appartenenti all’UE che commerciano con l’Unione europea e che verrà calcolata in base alle loro emissioni inquinanti.
Carbon tax in vigore dal 2026
La carbon tax entrerà in vigore dal 2026 al 2034, ma l’approvazione formale del Consiglio europeo è ancora necessaria affinché diventi operativa.
Lo scopo della carbon tax è incentivare i Paesi terzi a rispettare severi requisiti sulla tutela del clima e a garantire che gli sforzi climatici dell’UE e globali non siano compromessi dalla delocalizzazione della produzione in Paesi esterni all’UE con politiche climatiche meno ambiziose. Tuttavia, la carbon tax non ha ricevuto l’approvazione unanime e ha ricevuto 81 voti contrari e 75 astensioni.
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Nuove regole per le aziende che importano prodotti particolarmente inquinanti
Le altre due leggi approvate riguardano un sistema di scambio di quote di emissioni e il Fondo sociale per il clima. Inoltre, le aziende che importano nell’UE prodotti particolarmente inquinanti nella loro produzione o strategici (ferro, acciaio, cemento, alluminio, fertilizzanti, elettricità, idrogeno) dovranno comunicare quante emissioni inquinanti hanno prodotto per farli. Poi saranno obbligate ad acquistare dei “certificati di carbonio” corrispondenti al prezzo che avrebbero dovuto pagare per produrre le stesse cose nell’Unione europea. In questo modo pagheranno una sorta di tassa misurata sulle tonnellate di CO2 prodotte, per aver prodotto quei beni in modo inquinante.
Le nuove regole servono a tutelare le aziende europee che devono rispettare rigorosi requisiti in tema di tutela del clima con costi di conseguenza superiori per la loro produzione. Paesi che non hanno regole molto stringenti, invece, permettono alle società di produrre e vendere i loro prodotti a prezzi più bassi.