Impronta idrica: quanta acqua consuma il settore della moda?
A consumare acqua e ad inquinare l’ambiente in modo significativo è soprattutto il settore della moda, che emette ogni anno quasi 2 miliardi di CO2 e ha un’impronta idrica di 93 miliardi di metri cubi d’acqua l’anno.
Il settore della moda è uno dei settori industriali più inquinanti al mondo: la produzione e la distribuzione di abbigliamento è responsabile del 10% dei gas serra rilasciati nell’ambiente. Per non parlare della sua impronta idrica: vediamo insieme qualche dato sul consumo d’acqua del settore della moda.
Il consumo d’acqua nel settore della moda
Secondo gli studi della Ellen MacArthur Foundation, l’impronta idrica dell’industria tessile ammonta a 93 miliardi di metri cubi d’acqua ogni anno tra coltivazione e produzione, un volume pari al 4% dell’acqua potabile globale. Inoltre, sono necessari circa 20 miliardi di metri cubi di acqua all’anno per i lavaggi domestici, che causano anche il rilascio delle microplastiche da tessuti o filati sintetici.
Diversi studi hanno dimostrato che per produrre una t-shirt, il consumo di acqua varia dai 2.700 ai 3.900 litri di acqua in base al peso, per produrre un paio di jeans dai 2.900 agli 8.000 litri, in funzione del trattamento del tessuto e dell’effetto finale, mentre per le scarpe occorrono oltre 2.200 litri di cui 250 solo per le suole di gomma, e infine per una giacca di pelle si superano i 30 mila litri.
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Quanto inquina il settore della moda?
Oltre al consumo d’acqua, il settore della moda è responsabile di una buona parte dell’inquinamento del nostro pianeta. Infatti, molte delle fabbriche che si occupano della produzione di abbigliamento riversano le acque inquinate nelle risorse idriche naturale.
Secondo l’Agenzia europea per l’ambiente, negli oceani finisce mezzo milione di tonnellate di microfibre all’anno, pari a circa 50 miliardi di bottiglie di plastica. Inoltre, il settore della moda emette ogni anno 1,7 miliardi di tonnellate di CO2, secondo il rating del WWF del 2021.
A contribuire maggiormente all’inquinamento e al settore della moda è sicuramente l’industria del fast fashion, basato sulla rapidità e su materiale scadente. Per questo motivo, negli ultimi anni, si sta optando sempre di più sull’abbigliamento vintage e usato, che sembra rappresentare un’ottima soluzione al problema, purché non si ecceda con le quantità di acquisto.