In Inghilterra troppi parchi chiusi, denunciano gli attivisti

Nuove analisi appena effettuate hanno dimostrato come in Inghilterra e in Galles la maggior dei parchi nazionali siano chiusi agli escursionisti. Gli attivisti chiedono allora l’apertura al pubblico delle aree ora non disponibili.

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Da una nuova ricerca della Campaign for National Parks sono emersi dati per quanto riguarda l’accesso a spazi verdi in Inghilterra e Galles, lasciando gli attivisti con un senso di ingiustizia. Gran parte dei parchi più importanti sono infatti inaccessibili, fatto che ha stimolato gli attivisti a mobilitarsi per chiedere l’aperto di aree verdi che dovrebbero essere rese disponibili per tutti.

Basti pensare che solo il 10% della costa del Pembrokeshire sia aperta al pubblico così come solo il 36% è stato reso accessibile nel Peak District, ovvero il primo parco nazionale designato come tale dal 1951 e solo successivamente alle proteste per il diritto di accedere liberamente nelle campagne.

Non solo, ma dalla campagna effettuata è emerso come solo la metà di Dartmoor, la New Forest e il Lake District consentano l’accesso.

Gli attivisti si mobilitano per accedere ai parchi

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Potere avere un contatto con la natura è fondamentale per il benessere psicofisico. È per questo che dopo la campagna sopracitata, che ha fatto emergere la verità dei fatti, alcuni attivisti e cittadini si stanno mobilitando per ottenere un accesso ben più ampio di quanto permesso attualmente.

Il problema fondamentale è che la maggior parte della terra nei parchi è gestita da privati e viene sfruttata, ad esempio, per l’agricoltura o l’allevamento. È per questo che anche la dottoressa Rose O’Neill, amministratrice delegata della Campagna per i parchi nazionali, ha messo in chiaro quanto importante sia permettere ai cittadini un contatto con l’ambiente naturale:

La pandemia di Covid ha dimostrato quanto siano importanti i parchi nazionali per la salute, il benessere e la qualità della vita delle persone. Sono apprezzati da milioni di persone, ma permane una reale disuguaglianza nell’accesso.Quando i parchi nazionali sono stati creati dal National Parks and Countryside Act del 1949, è stato salutato come una carta del popolo per l’aria aperta. È tempo di rinnovare quella promessa e aggiornare i poteri e gli investimenti in modo che persone di ogni estrazione sociale, indipendentemente dal loro background, possano esplorare questi luoghi meravigliosi. Estendere il diritto al roaming è fondamentale. Il governo ha anche una grande opportunità con il disegno di legge di livellamento attualmente in fase di approvazione del parlamento per dare ai parchi nazionali un nuovo scopo e poteri per il 21° secolo, in modo che possano fare di più per promuovere il recupero della natura, combattere la disuguaglianza e gli effetti del cambiamento climatico e aprire questi paesaggi a tutti.