In Italia ancora troppe auto e poche bici
È necessario che l’Italia investa molto di più sulle bici, come denuncia la coalizione europea di oltre 70 ONG, Clean Cities Campaign. Secondo quanto emerge dal dossier realizzato dalla coalizione con il contributo di Fiab, Legambiente e Kyoto Club, l’Italia è ancora troppo indietro e c’è bisogno di più investimenti sul settore della mobilità ciclabile.
Un dossier realizzato da Clean Cities Campaign, Fiab, Legambiente e Kyoto Club, ha “denunciato” l’Italia per essere ancora troppo lontana da investimenti per passare a una mobilità più green. La campagna sostiene una “Mobilità attiva, condivisa ed elettrica per un futuro urbano più vivibile e sostenibile, inclusa la graduale eliminazione dei veicoli con motore a combustione interna dalle città” e cerca di individuare quali Paesi non abbiano ancora intrapreso strade invece necessarie oggi per assicurare un futuro diverso da quello che si prospetta attualmente a causa della crisi climatica.
Da quanto emerso l’Italia investe ben 100 volte di più sull’auto che sulla bici, confermandosi come uno dei paesi europei “peggiori” per gli spostamenti in bici. Le città italiane sono poco ciclabili e ciò impedisce ai cittadini di essere motivatati a preferire un mezzo che non solo è sostenibile, ma fa anche bene alla salute.
Ciò che denunciano le associazioni coinvolte è la poca attenzione da parte del governo e la tendenza a investire in modo “errato” i soldi pubblici:
Nelle ultime leggi di bilancio sono stati stanziati complessivamente oltre dieci miliardi di euro in sostegni diretti al settore dell’automobile. Altri 90 miliardi di euro sono stati messi a bilancio per la costruzione e il rinnovo di infrastrutture stradali, compresi passanti autostradali, varianti e “bretelle” che aumenteranno traffico, inquinamento dell’aria ed emissioni di CO2. Per la bici, invece, poco più di un miliardo di euro, solo una parte del quale è destinato a finanziare la costruzione di ciclovie urbane.
Il nuovo dossier “L’Italia non è un Paese per bici”
Il nuovo dossier sopracitato, che prende il nome di “L’Italia non è un Paese per bici” non solo denuncia l’attuale situazione e gli investimenti mai davvero intenti a cambiare rotta verso una mobilità più sostenibile, ma contiene anche una petizione, ovvero “Vogliamo città ciclabili” rivolta al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti e al nuovo Parlamento.
In questo modo le associazioni chiedono di integrare il Piano Generale della Mobilità Ciclistica, con un piano straordinario di investimenti per la ciclabilità nella prossima legge di bilancio. Si richiede uno stanziamento di 500 milioni di euro l’anno fino al 2030.