Inquinamento e riscaldamento stravolgono il Mar Mediterraneo: ormai insalvabile
Triste record per il Mar Mediterraneo, con acque letteralmente roventi. Picchi di calore insoliti e preoccupanti, attentamente monitorati attraverso il programma europeo Copernicus. Le immagini satellitari non lasciano dubbi: il Mar Mediterraneo soffre come mai prima d’ora.
Ondate record di calore registrate nell’ultimo periodo mostrano il Mar Mediterraneo andare praticamente “a fuoco”. Immagini preoccupanti che palesano una realtà ancora più triste, perché l’aumento delle temperature marine rappresenta un rischio per l’ambiente, la biodiversità , i delicati ecosistemi, e rende possibili eventi estremi che potrebbero devastare la terra ferma.
Le foto scattate provengono dai satelliti del Servizio di monitoraggio dell’ambiente marino di Copernicus, il programma europeo creato appositamente per osservare “La Terra dell’Unione europea”. Copernicus si occupa di monitorare il pianeta ma anche di condividere e fornire ai cittadini informazioni che derivano dall’osservazione satellitare della Terra.
E le ultime immagini e informazioni condivise che riguardano nello specifico la situazione del Mar Mediterraneo, sono purtroppo tragiche.
Il Mar Mediterraneo a un punto di non ritorno
Gli ecosistemi del Mar Mediterraneo sono già stati modificati a causa dell’inquinamento e se già risultava difficile potere sperare in una ripresa, ora avere speranza risulta sempre più complesso. Secondo quanto visibile dalle immagini satellitari di Copernicus, il Mar Mediterraneo è rovente. Le acque hanno raggiunto picchi mai registrati nello stesso periodo dell’anno.
Basti pensare che fino a circa 40 anni fa, che le temperature del mare arrivassero a più di 25 gradi centigradi si verificava esclusivamente nel periodo estivo, da circa metà luglio ai primi di settembre. E invece, il 30 ottobre 2022 il Mar Mediterraneo aveva acque con temperature “tropicali”.
Il riscaldamento delle acque è un problema che non dovrebbe essere sottovalutato non solo perché, come immaginabile, ha conseguenze sulla biodiversità, ma anche per i rischi che ne conseguono.
Le ondate record registrate fanno capire quanto le temperature siano aumentate in maniera anomala e ciò rende anche più probabili fenomeni meteorologici estremi. Si intende dire, ad esempio, che fenomeni come gli uragani mediterranei, le alluvioni, le trombe d’aria hanno più probabilità di avere luogo. E non c’è bisogno di attendere un futuro apocalittico per vivere le conseguenze di temperature troppo alte, perché di eventi estremi già ne sono capitati a iosa durante gli ultimi anni. Cos’altro serve purché i governi “salvino” il mondo invece di continuare a devastarlo?