Inquinamento PFAS: i nuovi batteri che potrebbero distruggerli

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12/06/2023

La lotta contro i perfluoroalchilici (PFAS) ha raggiunto un nuovo traguardo con la recente scoperta di un metodo che utilizza i batteri per distruggere queste sostanze inquinanti senza danneggiare l’ambiente. La ricerca, condotta dall’Università della California, ha identificato due specie batteriche in grado di smantellare un sottogruppo di PFAS caratterizzati da legami carbonio-cloro all’interno della loro struttura chimica. Andiamo a scoprire la ricerca.

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Normalmente, la persistenza dei PFAS nell’ambiente è attribuita ai legami carbonio-fluoro presenti nelle molecole.

La scoperta per combattere i PFAS

Molecolare


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Tuttavia, la scoperta di questa ricerca rivela che attaccando i legami carbonio-cloro, gli scienziati indeboliscono indirettamente anche i legami fluoro-carbonio, rendendo le sostanze innocue. Ciò è reso possibile dall’effetto a catena innescato dall’azione dei batteri, che porta alla distruzione della struttura chimica dei PFAS.

Le due specie batteriche individuate, Desulfovibrio aminophilus e Sporomusa sphaeroides, sono presenti in natura e sono note per abitare i microbiomi sotterranei, dove talvolta si trovano acque contaminate da PFAS. Per attivare rapidamente la reazione dei batteri, è sufficiente utilizzare un nutriente economico come il metanolo. Iniettato nelle acque sotterranee, il metanolo promuove la crescita batterica e accelera il processo di smantellamento dei PFAS.

Perchè i PFAS sono così pericolosi?

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I PFAS clorurati costituiscono un gruppo significativo di sostanze tossiche conosciute come “prodotti chimici eterni”, a causa della loro persistenza nell’ambiente. Tra di essi rientrano fluidi idraulici non infiammabili utilizzati nell’industria e composti utilizzati per creare pellicole chimicamente stabili, che vengono impiegate come barriere contro l’umidità in diversi settori industriali, imballaggi ed elettronica.

Sebbene il campo della distruzione dei PFAS attraverso i batteri sia ancora in fase iniziale, la scoperta dell’Università della California è incoraggiante. I trattamenti biologici basati su batteri efficaci risultano generalmente più economici e rispettosi dell’ambiente rispetto ai trattamenti chimici convenzionali. Pertanto, investire nello sviluppo di questa tecnologia diventa sempre più urgente, pur mantenendo l’obiettivo primario di porre fine alla produzione di PFAS una volta per tutte.