Isola di plastica nell’Oceano Pacifico: un nuovo ecosistema creato dalla plastica
Gli scienziati hanno identificato circa 500 organismi marini diversi appartenenti a 46 specie, delle quali l’80% vive normalmente lungo le coste, sulla Great Pacific Garbage Patch. L’isola di plastica ha dato vita a un nuovo ecosistema dove prima non c’era nulla, come risultato della nostra incuria e dell’inciviltà umana.

La Great Pacific Garbage Patch è una enorme isola di plastica nell’Oceano Pacifico che sta diventando sempre più grande a causa dell’incuria umana. Nonostante il suo impatto distruttivo, gli scienziati hanno scoperto una comunità florida di specie costiere che si riproducono e interagiscono con gli organismi dell’alto mare in un modo che non si credeva possibile.
Un team internazionale di scienziati ha condotto lo studio, coordinato dalla dottoressa Linsey Haram, un’ecologa marina che lavora presso il National Institute of Food and Agriculture. Gli scienziati hanno identificato circa 500 organismi marini diversi appartenenti a 46 specie, delle quali l’80% vive normalmente lungo le coste.
Specie costiere più abbondanti di quelle pelagiche

Dalle analisi condotte sui detriti plastici come bottiglie, attrezzatura da pesca e altra spazzatura, gli scienziati hanno determinato che gli animali costieri erano più abbondanti di ben tre volte rispetto a quelli pelagici. Questi organismi, che comprendevano anemoni, briozoi e crostacei, sono stati trovati su oltre il 70% dei campioni raccolti. Molte specie costiere sono finite nell’oceano aperto anche dopo il terribile terremoto-tsunami del 2011 che ha colpito il Giappone; molte furono ritrovate persino alle Hawaii e lungo la costa nordamericana. Gli scienziati hanno scoperto che la maggior parte dei taxa costieri possedeva uno sviluppo diretto o una riproduzione asessuata, forse facilitando la persistenza a lungo termine sulle zattere di plastica.
Competizione tra specie costiere e pelagiche

Gli scienziati hanno anche scoperto che su alcuni detriti erano presenti sia specie pelagiche che costiere, che erano in competizione tra di esse; in alcuni casi erano coinvolte anche in processi di predazione. La dottoressa Haram ha dichiarato che c’è probabilmente competizione per lo spazio e per le risorse alimentari, ma potrebbero anche mangiarsi a vicenda. Tuttavia, sono necessari studi più approfonditi per comprendere meglio queste dinamiche, che mettono di fronte due comunità diverse. In ogni caso, è evidente che la Great Pacific Garbage Patch ha creato un nuovo ecosistema dove prima non c’era nulla, come risultato della nostra incuria e dell’inciviltà umana.