La prima classificazione completa al mondo degli ecosistemi

È stata stilata la prima classificazione completa al mondo degli ecosistemi su terraferma, fiumi, zone umide e oceani che non solo permetterà nuove conoscenze, ma assicurerà anche una maggiore protezione di alcune realtà.

TERRA

Una nuova ricerca pubblicata sulla rivista scientifica Nature ed effettuata da un team multidisciplinare internazionale di scienziati guidato dai ricercatori dell’Università del New South Wales, ha creato la prima classificazione completa al mondo degli ecosistemi su terraferma. Una novità che permetterà senza dubbio una maggiore e migliore gestione degli ecosistemi.

Il gruppo di ricerca è stato guidato dal professor David Keith, il professor Richard Kingsford del Center for Ecosystem Science dell’UNSW e la professoressa Emily Nicholson della Deakin University. Riguardo la pubblicazione della classifica, il commento del Professor Keith ne ha spiegato la ricchezza:

Per la prima volta, abbiamo una piattaforma comune che identifica, definisce e descrive l’intera suite degli ecosistemi dell’intero pianeta. Può sembrare piuttosto strano che non ci sia mai capitato prima, ma storicamente gli scienziati hanno forgiato progressi lavorando in qualche modo separatamente negli ecosistemi marini, d’acqua dolce e terrestri. Questa è la prima volta che tutta questa conoscenza dettagliata è stata riunita in un unico quadro sfruttando la teoria comune tra le discipline.

Conoscere gli ecosistemi globali per salvarli

Ecosistema

Lo studio approfondito riguardo gli ecosistemi esistenti ha visto la partecipazione delle circa 1400 organizzazioni dell’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN), la Commissione IUCN sulla gestione degli ecosistemi, la PLuS Alliance (composta da Arizona State University , King’s College London e UNSW Sydney) e di ulteriori 100 esperti dell’ecosistema.

È stato così possibile rendere disponibile uno strumento di grande ricchezza, il quale farà individuare correttamente la tipologia dell’ecosistema globale, consentendo dunque di:

Tenere conto del cambiamento dell’ecosistema in corso, identificare i tipi di ecosistema minacciati e pianificare migliori azioni preventive e ripristino nell’ambito di un’agenda rinnovata per la CBD.

Come ha sottolineato la professoressa Emily Nicholson. A breve infatti i delegati di 193 paesi dovranno rinnovare la Convenzione delle Nazioni Unite sulla diversità biologica (CBD). L’incontro, il 15esimo, è previsto a Montreal, in Canada. L’obiettivo sarà quello di concordare l’agenda post-2020 e il fatto che esista ora una conoscenza minuziosa degli ecosistemi potrà permettere più attenzione per la conservazione e la gestione dell’ecosistema da ora in poi.