Le conseguenze di un inverno troppo caldo? Non solo la mancanza di neve, si rischia…
Sulle Alpi e sugli Appennini manca la neve, ulteriore dimostrazione inconfutabile del riscaldamento globale. Le conseguenze più devastanti le pagano coloro che con la neve “vivono” e sopravvivono. Cancellate anche alcune importanti competizioni sciistiche.
Il riscaldamento globale, lo scioglimento dei ghiacciai, le temperature anomale, tutti argomenti dei quali si sente spesso parlare. Eppure le azioni concrete per agire in nome del rispetto ambientale e contro la crisi climatica sono ancora troppo limitate.
Il caldo anomalo delle ultime settimane, già previsto dagli esperti, così come è stato già preannunciato che il 2023 sarà uno degli anni più caldi di sempre, ha causato effettiva mancanza di neve in luoghi di solito completamente imbiancati. Un problema enorme ambientale e anche per chi sopravvive di turismo invernale. Non solo, ma quel che si sta verificando è assai dannoso per la salute di montagne e ghiacciai.
Niente neve su Alpi e Appennini: una crisi che coinvolge tutti

Le temperature delle ultime settimane sono state ben diverse dal solito, con picchi “straordinari” durante l’ultimo dell’anno. Stando all’ultimo report del servizio meteorologico nazionale del Regno Unito (Met Office) già era stato messo in evidenza come l’Europa avrebbe risentire particolarmente del caldo atipico.
E infatti, ecco una stagione sciistica senza neve che ha costretto diversi impianti a chiudere prima del previsto; la poca neve su Alpi e degli Appennini costringe a optare per la neve artificiale, che non sempre può essere completa sostituta della neve “naturale”. Intanto ad Adelboden (Svizzera), seppur con difficoltà, avverranno le due gare maschili della Coppa del Mondo di sci alpino grazie ai cannoni per sparare neve artificiale mentre altre competizioni, come le gare femminili in programma il 5 gennaio sulla pista di Crveni Spust vicino a Zagabria, in Croazia, sono state annullate.
Le conseguenze negative del caldo attuale non si fermano a problemi elencati; su Il Fatto Quotidiano è stata pubblicata ieri l’intervista al fisico climatologo del Cnr Antonello Pasini, il quale ha chiarito come la situazione sia molto negativa e rischiosa per la salute di ecosistemi tanto importanti:
Dovremo vedere come proseguirà questo inverno appena iniziato. Questa stagione è fondamentale per le risorse idriche che consumeremo in estate, non solo sulle Alpi e sugli Appennini ma anche a valle di queste montagne. Per ora la situazione è poco promettente: purtroppo sempre più spesso la persistenza dell’anticiclone africano nel periodo invernale mette a rischio il nostro bilancio idrico. Rischiamo di soffrire un altro anno molto siccitoso come lo scorso. Quello che più ci preoccupa però è il fatto che questa tendenza riguarderà i prossimi anni, al netto della variabilità che il clima ha da un anno all’altro e per la quale in uno di questi potrebbero esserci precipitazioni più abbondanti.