Le nuove centrali solari nello spazio: come funzionano gli impianti orbitanti
Il futuro delle energie rinnovabili sarà nello spazio? La risposta è si ed è proprio grazie ad una nuova pensata del governo britannico che potremmo prossimamente sfruttare l’orbita terrestre per costruire impianti solari giganteschi. Andiamo a scoprire di cosa si tratta e come potrebbe essere applicabile in futuro.
Il governo britannico ha commissionato una nuova ricerca sui sistemi fotovoltaici orbitali, un’idea che già da tempo incuriosisce studiosi e ricercatori di tutto il mondo.
Le centrali solari nello spazio: l’idea per l’energia del futuro
L’idea è quella di realizzare delle grandi centrali solari nello spazio in grado di produrre energia 24 ore su 24 che poi viene indirizzata sulla terra. Da oltre 50 anni esiste la prima bozza del progetto ideata da Isaac Asimov. Anche il Regno Unito ha commissionato in questi giorni una nuova ricerca sulle centrali solari nello spazio e l’obbiettivo è quello di capire se la tecnologia possa offrire una fonte di energia costante.
L’idea è quella di realizzare grandi satelliti fotovoltaici da lanciare in orbita, il tutto accompagnato da sistemi per la conversione di energia solare sotto forma di onde radio in energia elettrica che saranno poi trasferite sulla terra.
Le centrali solari nello spazio: il progetto da realizzare entro il 2050
La ricerca condotta da Frazer-Nash Consultancy prende in considerazione l’economia e l’ingegneria di una tale installazione. Ovviamente uno dei problemi principali sarebbe montare gli enormi satelliti solari in orbita, impresa che fino ad oggi non è mai stata effettuata.
L’amministratore delegato dell’Agenzia britannica, Graham Turnock commenta:
“Il Sole non tramonta mai nello spazio, quindi un sistema fotovoltaico spaziale potrebbe fornire energia rinnovabile a qualsiasi parte del pianeta, giorno o notte, pioggia o sole. È un’idea che esiste da decenni, ma che è sempre stata lontana. Il Regno Unito sta aumentando il suo status di attore globale nello spazio e prevede dei piani audaci per il lancio di piccoli satelliti nei prossimi anni. I sistemi SBSP potrebbero essere un’altra freccia per il nostro arco e questo studio ci aiuterà a stabilire se è giusto per il Paese”.
Verrà preparato un piano ingegneristico per implementare la prima centrale solare nello spazio entro il 2050. Conclude così, Martin Soltau di Space Business Manager presso Frazer-Nash:
“Confronteremo gli SBSP con altre forme di energia rinnovabile, per vedere come possa contribuire ad un futuro mix di tecnologie energetiche pulite. Abbiamo anche lavorato con Oxford Economics, che ha una significativa esperienza nel settore spaziale e che fornirà ulteriori informazioni sulla valutazione economica del sistema e sui vantaggi per l’economia del Regno Unito”.