Leone a rischio estinzione: perché e chi sono i colpevoli

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12/09/2022

I motivi dietro alla diminuzione drastica degli esemplari presenti in Africa e in una piccola zona del continente asiatico sono diversi, ma la sostanza non cambia, infatti il leone è alle soglie dell’estinzione e bisogna agire in fretta per salvarlo. Andiamo a scoprire quali sono le cause di questo fenomeno.

Leone

Agli inizi del Novecento i leoni africani erano 200mila. Ad oggi sono meno di 30mila, in tutto il continente. Nel continente asiatico sono circa 580 gli esemplari di Panthera Leo Persica, una sottospecie ad altissimo rischio di estinzione (come fa sapere WWF).

Leone a rischio estinzione: le caratteristiche della specie

Leoni


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I numeri, quindi, non fanno ben sperare perchè questa popolazione felina è in forte declino, nonostante la fama di questo grosso predatore tra i più affascinanti.

Grande felino sociale, il leone si organizza in branchi di diverse dimensioni, facenti capo a un maschio dominante, con un gruppo di esemplari femmine e vari leoni giovani.

A procacciare il cibo sono le leonesse, e i capi preferiti sono gli impala e altre prede di medie dimensioni. Circa 30 sono i chilogrammi di carne che mangia ogni giorno un leone adulto, 60 chilometri all’ora la sua velocità in corsa e 8 chilometri la distanza dalla quale può essere udito il suo ruggito.

Estinzione dei leoni: quali sono i rischi

Bracconaggio

La sua esistenza è oggi minacciata, infatti la IUNC, Unione Mondiale per la Conservazione della Natura, ha inserito il leone nella lista rossa, ovvero vulnerabile e in continuo calo numerico, essendo scomparso dall’80% delle zone che originariamente lo ospitavano.

Oggi sono solo l’Africa Sub-Sahariana e il Nord Ovest dell’India (con la Panthera Leo Persica)a rappresentare la casa di questi grandi felini, spesso in zone protette.

Perchè il leone rischia l’estinzione?

I motivi alla base del rischio di estinzione e del brutale abbassamento del numero di esemplari nel corso del Novecento e dei primi anni Duemila sono in primis il bracconaggio selvaggio praticato dall’uomo, come spiegano dal WWF, ma anche la distruzione del suo habitat e la diminuzione del numero delle prede.

Non ultimo, l’indebolimento genetico a causa degli inevitabili accoppiamenti tra esemplari consanguinei all’interno delle aree protette.

Oggigiorno, dunque, è necessario agire, implementando e migliorando la gestione delle riserve, ma anche riducendo i conflitti tra branchi causati dalla prelazione sulle prede, salvaguardando l’ambiente che ospita i grandi felini e contrastando efficacemente il bracconaggio e il commercio illegale di trofei e di parti anatomiche degli animali.


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