L’inquinamento e le microplastiche: impatto sul pianeta e conseguenze
I frammenti di microplastica si trovano davvero ovunque sulla Terra. Possiamo dire con certezza che il problema è diffuso su quasi tutta la superficie terrestre grazie ai risultati di un preoccupante studio condotto da ricercatori internazionali pubblicato sulla rivista scientifica “Proceedings of the National Academy of Sciences”. Andiamo a scoprire di cosa si tratta.
La microplastica è presente in tutti i luoghi del mondo, a partire dalle montagne più alte fino alle profondità più remote dei mari. E’ un problema ormai diffuso da diverso tempo. La particolarità del fenomeno risiede nell’impossibilità di raccogliere i frammenti di plastica nel mondo, infatti le dimensioni di questi sono così ridotte da non essere visibili ad occhio nudo seppur in grado di contaminare l’intera catena alimentare e creare effetti sugli uomini.
Il team di ricercatori internazionali hanno voluto concentrare la loro ricerca sulle microplastiche presenti nell’aria e quindi trasportate in tutto il mondo mediante i venti e gli altri fenomeni atmosferici che riguardano l’aria. Questo tipo di studio ha sicuramente delle difficoltà, infatti fino ad oggi è stato possibile analizzare solamente la correlazione tra i frammenti di plastica depositati sui fondali oceanici, sui terreni e l’inquinamento.
Dove si trovano le microplastiche?
Gli studiosi hanno in primo luogo analizzato circa 300 campioni di plastica in 11 territori diversi, per andare a confrontare i fenomeni atmosferici come le correnti d’aria e i campioni analizzati. I risultati mostrano che la maggiorparte delle microplastiche provenisse dal traffico stradale e non dai rifiuti rilasciati nell’ambiente come si poteva pensare. E’ stato possibile giungere a tali conclusioni perchè i campioni risultavano compatibili con materiali propri delle auto vetture e delle strade, come: parafango, pneumatici e altri elementi. Questo risultato dimostra che per quanto riguarda la diffusione aerea delle microplastiche è più frequente la possibilita di reperire scarti di origine stradale, un dato importante.
Nell’ambiente, e quindi nel pulviscolo, in media, l‘85% dei frammenti contaminanti sono le microplastiche stradali, mentre il 15% è rappresentato dai rifiuti abbandonati sul suolo.L’Europa, il Sudamerica, l’Asia e parte degli Stati Uniti sono le aree più colpite da questo fenomeno.
Il ricercatore dell’Università di Vienna, Andreas Stohl, ha commentato così i risultati dello studio sulle microplastiche:
“Quello che gli umani hanno fatto per decenni sta diventando una “plastificazione” del paesaggio e degli oceani. Gli studi confermano la natura su scala globale del trasporto di microplastiche, ed è altamente efficace nell’evidenziare le possibilità più rilevanti e preoccupanti, ma maggiori dati di misurazione sono necessari per ottenere una rappresentazione migliore delle fonti di questa plastica”.
Ora che siamo a conoscenza della presenza così invasiva delle microplastiche derivanti dalla mobilità nell’ambiente, siamo pronti a fare la scelta giusta e attuare comportamenti sostenibili?
La riduzione della mobilità con veicoli a combustione interna e l’utilizzo di auto elettriche potrebbe cambiare questo sistema di diffusione di microplastiche nell’atmosfera e risolvere il problema dell’inquinamento derivante dalle strade di tutto il mondo.