Lockdown energetico in Italia: cosa sta succedendo?

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01/09/2022

Il caro energia di questi mesi, causato dalla guerra in Ucraina, sta mettendo in ginocchio i vari Paesi del mondo. Per questo motivo, l’Unione Europea sta lavorando su un piano di misure che aiuti i Paesi membri ad affrontare i rincari dei prossimi mesi.

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Cos’è questo lockdown energetico di cui si sente tanto parlare in questi giorni? A causa del caro energia dovuto alle conseguenza della guerra in Ucraina e dello stop alle forniture di gas dalla Russia, il mondo intero si prepara a mettere in atto drastici interventi per affrontare l’aumento dei prezzi di questi mesi e del prossimo anno.

In Italia, Confcommercio ha stimato che i prezzi delle bollette raddoppieranno a ottobre, facendo rischiare la chiusura a 120 mila aziende in Italia e compromettendo oltre 370 mila posti di lavoro. Le stime sono state confermate da Arera.

Gli interventi dell’Unione Europea

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I Paesi dell’Unione Europea sono pronti per dare il via a un piano di misure come il razionamento del gas e una sorta di lockdown energetico che potrebbe prevedere lo spegnimento delle vetrine degli esercizi commerciali e la riduzione dell’illuminazione urbana nelle strade. Inoltre, si procederà alla riduzione delle temperature nelle case e dello spostamento in avanti dell’accensione dei riscaldamenti condominiali. Anche l’uso dell’acqua calda potrebbe essere precluso in alcune ore del giorno.

Nel frattempo, la Commissione europea convocherà entro metà settembre un Consiglio straordinario dei ministri dell’Energia per affrontare l’emergenza.

Cosa sta succedendo in Italia

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In Italia, il governo Draghi sta prendendo in considerazione diverse misure a sostegno di imprese e famiglie per arginare il caro energia.

Gli effetti sulle impresi del caro energia stanno impattando maggiormente sulle imprese rispetto alle conseguenze delle  chiusure subite durante la pandemia. Nel caso in cui in autunno dovesse scattare il terzo livello di emergenza, si renderebbe necessario applicare la soluzione limite del razionamento: la temperatura dei termosifoni nelle abitazioni dovrebbe essere ridotta di due gradi con un orario ridotto di accensione e i comuni dovrebbero ridurre l’illuminazione pubblica fino al 40% dei consumi totali.

L’ultima spiaggia sarebbe persino la chiusura anticipata degli uffici pubblici e dei negozi, con orario limite di apertura per i locali pubblici potrebbe esserci un orario limite di chiusura fissato alle 23.