Materiale biodegradabile, arriva il sostituto della plastica: di cosa si tratta
Un team di scienziati statunitense ha lavorato con delle schiume poliuretaniche in grado di degradarsi nel compost, realizzando un materiale che potrebbe presto sostituire la plastica.
Un team di ricercatori ha realizzato dei materiali biodegradabili che potrebbero presto sostituire l’uso convenzionale della plastica e contrastare l’inquinamento.
La studio è stato pubblicato sulla rivista Science of the Total Environment ed è stato condotto dagli scienziati dell’Università della California di San Diego e dello Scripps Institution of Oceanography.
Vediamo insieme di cosa si tratta.
Materiale biodegradabile in grado di sostituire la plastica
La plastica rappresenta uno dei maggiori problemi legati all’inquinamento. Quest’ultima, infatti, è presente ovunque nel mondo fino a raggiungere le profondità marine, compromettendo il benessere dell’ambiente oceanico. Ne è un esempio il Big Pacific Garbage Patch, che copre un’area di oltre 1,6 milioni di chilometri quadrati.
Per questo motivo, la scoperta del team di ricercatori statunitense rappresenta un’ottima soluzione al problema della plastica. Il gruppo ha realizzato una sostanza simile alla plastica che si biodegrada nell’oceano in meno di un mese.
Di cosa è fatto
Il team ha lavorato con delle schiume poliuretaniche capaci di degradarsi nel compost. La posizione del molo ha consentito agli scienziati di eseguire le verifiche e gli esperimenti nell’ecosistema naturale vicino alla costa, dove l’accumulo di sostanze inquinanti è più probabile.
Gli studiosi hanno individuato un mix di funghi e batteri che colonizza la schiuma e la scompone nelle sostanze chimiche di partenza, che possono essere consumate dai microrganismi stessi. Queste forme di vita marina, precisano gli scienziati, sono presenti naturalmente nell’ecosistema marino.
Stephen Mayfield, uno degli scienziati a capo del team, ha affermato:
Abbiamo dimostrato la possibilità di realizzare prodotti di plastica in grado di dissolversi nell’oceano in appena quattro settimane. Quando gli organismi si stabiliscono sulle schiume si assiste alla formazione di una specie di barriera corallina microbica. È stato davvero interessante. I problemi ambientali devono essere affrontati e sarà necessario progettare strategie ecosostenibili ed efficaci per contrastare l’inquinamento. Speriamo che il nostro lavoro possa offrire una soluzione percorribile per ridurre la necessità di plastica e prodotti inquinanti.